Article schema org


E’ l’intento vessatorio del datore di lavoro a caratterizzare il mobbing

13 Dicembre 2019 - Tullio Solinas


Ai fini della configurabilità del mobbing lavorativo deve ricorrere una serie di comportamenti di carattere persecutorio - illeciti o anche leciti se considerati singolarmente - che, con intento vessatorio, siano posti in essere contro la vittima in modo miratamente sistematico e prolungato nel tempo, direttamente da parte del datore di lavoro o di un suo preposto o anche da parte di altri dipendenti, sottoposti al potere direttivo dei primi. Deve, inoltre, essere individuato l'evento lesivo della salute, della personalità o della dignità del dipendente nonché il nesso tra le descritte condotte e il pregiudizio subito dalla vittima nella propria integrità psicofisica e/o nella propria dignità. Infine va dimostrato l'elemento soggettivo, ovvero l'intento persecutorio unificante di tutti i comportamenti lesivi: infatti, l'elemento qualificante del mobbing va ricercato non nella legittimità o illegittimità dei singoli atti, bensì nell'intento persecutorio che li unifica, che deve essere provato da chi assume di avere subito [ ... leggi tutto » ]


Il patto di quota lite fra avvocato e cliente è legittimo e può essere sottoposto al vaglio di equità del giudice

28 Novembre 2019 - Marzia Ciunfrini


Il patto di quota lite fra avvocato e cliente è legittimo ed è stato qualificato dalla giurisprudenza come contratto aleatorio, posto che il compenso varia in funzione dei benefici ottenuti in conseguenza all'esito favorevole della lite, sebbene secondo il Consiglio Nazionale Forense (CNF), l'accordo volto a spartirsi il ricavato al termine dell'incarico, quando l'ammontare di ciò che percepirà il cliente è ben chiaro e determinato, sarebbe illecito. Il decreto legge 223/2006, infatti, ha disposto l'abolizione del divieto previsto dal codice civile, ammettendo le pattuizioni di quota lite fra avvocato e cliente, ovvero di compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti, purché redatte in forma scritta, . Inoltre, le Sezioni Unite della Corte di cassazione, con sentenza 25012/2014, resa in relazione ad una sanzione disciplinare comminata ad un avvocato, che aveva concluso con il proprio cliente un accordo, in virtù del quale il compenso del professionista era stato determinato in una [ ... leggi tutto » ]


Agevolazioni fiscali prima casa – non costituisce causa di forza maggiore la circostanza che l’acquirente non abbia potuto trasferire la residenza nel comune in cui è ubicato l’immobile per il mancato rilascio dello stesso da parte del conduttore

25 Novembre 2019 - Andrea Ricciardi


In tema di benefici fiscali per l'acquisto della prima casa, la circostanza che l'acquirente non abbia potuto trasferire la residenza nell'immobile per il mancato rilascio da parte del conduttore, nonostante la tempestiva comunicazione della disdetta, non costituisce causa di forza maggiore, atteso che l'articolo 1, nota II bis, lettera a), parte prima della tariffa allegata al DPR 131/1986 subordina il riconoscimento dell'agevolazione alla circostanza che la residenza sia trasferita, nel termine di diciotto mesi, nel comune in cui è ubicato l'immobile e non necessariamente nell'abitazione acquistata, sicché possono assumere rilevanza, al fine della configurabilità della forza maggiore, solo fatti che abbiano impedito il trasferimento della residenza nel comune (Corte di cassazione 13346/2016). Infatti, in tema di imposta di registro, l'articolo 2 del decreto legge 12/1985 richiede, per la fruizione dei benefici cosiddetti prima casa, previsti in caso di acquisto di immobile in altro Comune, che il compratore vi trasferisca la [ ... leggi tutto » ]


Impugnazione dell’estratto di ruolo

24 Novembre 2019 - Paolo Rastelli


Come sappiamo, in materia di riscossione di tributi, è ammissibile l'impugnazione della cartella (e/o del ruolo) che non sia stata (validamente) notificata e della quale il contribuente sia venuto a conoscenza attraverso l'estratto di ruolo rilasciato su sua richiesta dal concessionario: l'impugnazione della cartella esattoriale, la cui esistenza risulti da un estratto di ruolo rilasciato dal concessionario per la riscossione su richiesta del debitore è ammissibile soltanto se il contribuente alleghi di non aver mai avuto conoscenza, in precedenza, della cartella per un vizio di notifica. Ne discende dunque che, qualora il debitore, affermando che non gli sia stata notificata la cartella, intenda ottenere l'accertamento negativo della sussistenza del debito è tenuto a recuperare i termini fissati per la proposizione dell'azione dimostrando che detto termine non è mai iniziato a decorrere, in quanto non vi è stata notifica idonea a determinare la conoscenza dell'iscrizione a ruolo. Qualora, invece, il debitore [ ... leggi tutto » ]


Quando il fideiussore è liberato dall’onere dell’obbligazione futura – la fideiussione inserita in un contratto di locazione

24 Novembre 2019 - Piero Ciottoli


Il fideiussore (il soggetto che dovrà rimborsare il debito in caso di inadempimento del debitore vero e proprio, indicato come principale) per un'obbligazione futura è liberato se il creditore (il soggetto in favore del quale viene prestata la fideiussione futura), senza speciale autorizzazione del fideiussore ha fatto credito al debitore principale (il soggetto che può incorrere nell'inadempimento), pur conoscendo che le condizioni patrimoniali di questo erano divenute tali da rendere notevolmente più difficile il soddisfacimento del credito (articolo 1956 del codice civile). In pratica, la norma è finalizzata ad evitare che il fideiussore possa essere gravato da una obbligazione che il debitore principale difficilmente potrà adempiere quando il creditore ne è a conoscenza; quindi, di riflesso, ha lo scopo di indurre quest'ultimo a comportarsi secondo buona fede. In particolare, nel caso di fideiussione prestata per il conduttore di un appartamento locato a favore del proprietario, l'obbligazione fideiussoria si estingue se [ ... leggi tutto » ]