estinzione e chiusura del conto corrente


La banca (o il correntista) può eccepire un eventuale errore di contabilizzazione relativo ad un accredito o un addebito in conto corrente fino a sei mesi dopo la chiusura del rapporto

26 Dicembre 2018 - Simonetta Folliero


A norma dell'articolo 1832 del codice civile, l'estratto conto s'intende approvato, se non è contestato nel termine pattuito. L'approvazione tacita del conto corrente non preclude il diritto di impugnarlo per errori di scritturazione o di calcolo, per omissioni o per duplicazioni: l'impugnazione deve essere proposta, sotto pena di decadenza, entro sei mesi dalla data di ricezione dell'estratto conto relativo alla liquidazione di chiusura del conto corrente. La norma civilistica va interpretata nel senso che, nel contratto di conto corrente, l'approvazione tacita dell'estratto conto, non impedisce di sollevare contestazioni ed eccezioni che siano fondate su ragioni sostanziali attinenti alla legittimità, in relazione al titolo giuridico, dell'inclusione o dell'eliminazione di partite del conto; Infatti, l'approvazione tacita dell'estratto conto ha la sola funzione di rendere incontestabile in giudizio la verità storica dei dati riportati nel conto, lasciando aperta la possibilità di porre in questione la portata ed il significato giuridico di quei fatti. [ ... leggi tutto » ]


Il cliente ha sempre diritto a chiudere un conto corrente anche se in rosso

8 Agosto 2016 - Simonetta Folliero


Il cliente ha diritto di recedere in qualsiasi momento, attraverso un'apposita dichiarazione, da un contratto di conto corrente, senza penalità e senza spese, anche in presenza di un eventuale saldo debitore nel momento di esercizio del relativo diritto. Se nel contratto di conto corrente non è stabilito un termine più breve, il diritto di recesso produce effetti dallo scadere del termine di 15 giorni previsto dall'articolo 1845, comma 3, del codice civile. Ha invece natura vessatoria, ed è quindi nulla, la clausola contrattuale che prevede che l'estinzione avvenga entro 30 giorni dal ricevimento da parte della banca della relativa richiesta di estinzione. Così l'Arbitro Bancario Finanziario (ABF) nella decisione 689/2015. [ ... leggi tutto » ]


Modifiche unilaterali del contratto di conto corrente – obblighi delle banche e diritti dei clienti

26 Luglio 2015 - Simonetta Folliero


I contratti stipulati dalle banche con i propri clienti possono essere modificati, nel corso della loro durata, su iniziativa unilaterale, nel rispetto di precise condizioni di legge. Il Testo Unico Bancario (TUB), infatti, riconosce alle banche la facoltà di modifica unilaterale delle condizioni del contratto (ius variandi), ma fissa condizioni e limiti precisi affinché il suo esercizio sia legittimo. La normativa vigente prevede l'obbligo, per le banche, di inviare alla propria clientela una comunicazione preventiva che illustri il contenuto della modifica unilaterale proposta, le motivazioni che ne sono alla base e la data di entrata in vigore. Nel dettaglio: la facoltà di modifica unilaterale deve essere prevista nel contratto e approvata specificamente dal cliente; se non è prevista o non è approvata specificamente, le banche non possono adottare modifiche unilaterali; il cliente deve essere informato delle modifiche con un preavviso minimo di due mesi, in forma scritta o attraverso altra [ ... leggi tutto » ]


Rapporto di conto corrente – la banca deve astenersi da qualsiasi movimentazione successiva alla morte del titolare

9 Luglio 2015 - Lilla De Angelis


Il rapporto di conto corrente, in quanto riconducibile al rapporto di mandato, deve ritenersi automaticamente estinto con il decesso del titolare. Infatti, sebbene la normativa concernente il conto corrente bancario non specifichi gli effetti conseguenti al decesso del titolare, tuttavia, la dottrina e la giurisprudenza prevalenti vedono nel conto corrente bancario un unico contratto innominato misto con prevalenza delle prestazioni tipiche del contratto di mandato. La morte del mandante, pertanto, costituisce una delle cause di estinzione del mandato e, quindi, a seguito della morte del titolare il conto corrente si estingue. Conseguentemente, cessato il rapporto di conto corrente a partire dalla data di decesso del de cuius (ovvero da quella in cui tale decesso sia stato comunicato), la banca deve astenersi dal compiere qualsiasi ulteriore operazione come, ad esempio, l'addebito delle rate del prestito concesso al defunto o l'esecuzione di RID. Se a seguito dell'estinzione del rapporto residua un debito [ ... leggi tutto » ]


Non è possibile chiudere un conto corrente se è utilizzato per il pagamento delle rate di un prestito concesso dalla stessa banca

9 Luglio 2015 - Marzia Ciunfrini


Abbiamo già avuto modo di vedere, in altri articoli, che è illegittimo il rifiuto della banca alla chiusura del conto corrente motivandolo con l'esistenza di un saldo negativo, dal momento che la giurisprudenza ha evidenziato che il diritto di recesso dai contratti a tempo indeterminato è riconosciuto al correntista ai sensi del codice civile (art. 1855) e, pertanto, l'estinzione del conto corrente costituisce, per la banca, un atto dovuto. Tuttavia, è legittimo il rifiuto della banca alla chiusura del conto corrente se le parti hanno espressamente pattuito, ad esempio, nell'ambito di un contratto di mutuo, che l'operazione deve essere regolata attraverso il conto corrente acceso presso la banca: con tale clausola il cliente sostanzialmente rinuncia, fino a che il mutuo fosse risultato in ammortamento, ad avvalersi del potere di recedere dal contratto. Più in generale, la banca non è obbligata a chiudere il conto corrente quando il medesimo è utilizzato [ ... leggi tutto » ]