che cosa è un accordo a saldo stralcio


Casa pignorata per mutuo non pagato e sottoposta ad espropriazione tramite vendita all’asta? possibile ottenere un prestito con garanzia dello stato per estinguere il mutuo residuo a saldo stralcio?

29 Dicembre 2019 - Ludmilla Karadzic


L'articolo 41 bis della legge 124/2019 (decreto fiscale 2020) prevede misure al fine di fronteggiare i casi più gravi di crisi economica dei consumatori quando una banca o una società cessionaria del mutuo, creditrice ipotecaria di primo grado, abbia avviato o sia intervenuta in una procedura esecutiva immobiliare avente ad oggetto l'abitazione principale del debitore. Infatti, ove una banca o una società cessionaria del mutuo, creditrice ipotecaria di primo grado, abbia avviato o sia intervenuta in una procedura esecutiva immobiliare avente ad oggetto l'abitazione principale del debitore, è conferita al debitore consumatore la possibilità di chiedere la rinegoziazione del mutuo [ ... leggi tutto » ]


Il testo della quietanza liberatoria

26 Giugno 2015 - Simonetta Folliero


Il testo della quietanza liberatoria Quando il debitore non rispetta il piano di rimborso del prestito che gli è stato erogato e successivamente raggiunge un accordo a saldo stralcio; particolare cautela va riservata alle modalità con cui deve essere redatta la quietanza liberatoria on la società di recupero cessionaria del credito. Soprattutto se si intende utilizzare la quietanza liberatoria per ottenere, decorsi tra anni dalla data in cui si salda (a stralcio) il debito, la cancellazione del proprio nominativo dalla Centrale Rischi a cui il creditore originario ci aveva segnalati. La prima cosa da fare è quella di effettuare una [ ... leggi tutto » ]


Recupero crediti – l’accordo a saldo stralcio non integra una transazione novativa

24 Giugno 2015 - Carla Benvenuto


Spesso il debitore perfeziona con il creditore (banca, finanziaria o società di recupero crediti) un accordo transattivo a saldo stralcio che prevede un notevole abbattimento dell'importo originario dovuto (gravato dagli interessi di mora) ed un piano di rientro rateale. Capita, talvolta, che il debitore non riesca, comunque, a tener fede agli adempimenti concordati: la domanda che ci si pone è se, in questa ipotesi, egli è obbligato a rimborsare il debito originario oppure la somma fissata con l'ultimo accordo transattivo concluso. Sul tema, la giurisprudenza consolidata ha stabilito che deve essere qualificata novativa la transazione che determina l'estinzione del precedente [ ... leggi tutto » ]


Accordo transattivo a saldo stralcio – illegittima la segnalazione in centrale rischi per un debito rinunciato

23 Giugno 2015 - Ludmilla Karadzic


Com'è noto, le disposizioni che regolano le modalità e i presupposti delle segnalazioni nelle Centrali Rischi, pubbliche e private, prevedono che il creditore (banca, finanziaria e società di recupero crediti) anche quando addiviene ad una definizione transattiva, sia sempre tenuto a procedere alla segnalazione, sebbene limitatamente alla quota parte dell'importo non recuperato. Infatti, devono essere segnalati i crediti passati a perdita, i crediti in sofferenza che il creditore ha considerato non recuperabili o per i quali non ha ritenuto conveniente intraprendere i relativi atti di recupero e le frazioni non recuperate dei crediti che hanno formato oggetto di accordi transattivi [ ... leggi tutto » ]


Se il creditore rilascia quietanza ed il debitore non adempie si presume comunque avvenuto il pagamento

29 Maggio 2015 - Annapaola Ferri


A fronte di una quietanza, cioè di atto rilasciato dal creditore al debitore, al creditore quietanzante non è sufficiente provare di non avere ricevuto il pagamento. Il creditore è ammesso ad impugnare la quietanza non veritiera soltanto attraverso la dimostrazione, con ogni mezzo, che il divario esistente tra realtà e dichiarato è conseguenza di errore di fatto o di violenza. Fuori di questi casi, vale il principio di auto responsabilità, che vincola a ritenere accertato l'intervenuto pagamento, seppure non corrispondente al vero. Quello appena riportato è il principio enunciato dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza numero 10202/15. [ ... leggi tutto » ]