Lei era obbligata a presentare la dichiarazione dei redditi avendo percepito un reddito da fabbricato superiore a 500 euro, e non potendo la casa di sua proprietà, ovviamente, considerarsi come abitazione principale.
Quando si redige la dichiarazione dei redditi, vanno anche indicati tutti i soggetti che, potenzialmente, possono essere posti a carico fiscale del dichiarante (lei).
E’ dunque spiegato perchè suo figlio, nell’UNICO sembra essere a suo carico.
Ma, per poter avere effettivamente qualcuno a carico fiscale bisogna percepire un reddito lordo annuo superiore a 2840,51 euro. Dunque, un figlio non può essere posto a carico fiscale di una madre che tale reddito annuo non percepisce (semplicemente perchè non serve a niente).
Ne consegue che anche lei è soggetto a carico, oltre ovviamente a suo figlio.
Se il suo ex-compagno avesse riconosciuto il bambino, quest’ultimo sarebbe risultato a carico del padre (sempre ammesso che il padre avesse percepito un reddito superiore a 2840,51 euro).
Nella situazione attuale (nipote convivente con la nonna, lei a carico di sua madre in quanto non coniugata e non percipiente) sua madre può includere fra i soggetti a proprio carico fiscale sia lei che il nipote.
Non capisco perchè si mostra così piccata. Se la norma non avesse contemplato questa possibilità, nessuno avrebbe potuto fruire delle detrazioni fiscali spettanti per suo figlio. Lei sicuramente no, perchè per il reddito che percepisce non ha alcuna capienza per qualsiasi detrazione.
Il fatto che suo figlio sia a carico fiscale della nonna e non della madre, non ha nulla a che vedere con l’intensità dell’affetto e la portata delle cure amorevoli che una madre può riservare al proprio figlio.
L’impossibilità di non avere a carico fiscale un figlio non è una attestazione di mancato riconoscimento della patria potestà. Qui stiamo parlando solo di una semplice ed impersonale postilla di natura fiscale. Nient’altro.
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