Innanzitutto, cerchiamo di non drammatizzare la situazione: per debiti non si infanga nessuno, basta leggere i giornali. Al massimo, forse, è lei, Pietro, meritevole di una tiratina d’orecchie: le spese che ha sostenuto in questi anni non sono certo compatibili con i redditi che percepisce. Non ci voleva la zingara per capire che prima o poi sarebbe caduto nella spirale dei debiti. Ora, se lei i soldi presi a prestito li ha spesi nell’interesse della famiglia è un conto (non certo positivo come potrebbe sembrare, ma questo aspetto lo affronteremo in seguito). Se, invece, si è dato alla bella vita, allora capisco le sue ansie: moglie e suocera l’aspetteranno a casa con il classico matterello, altro che fango (quello sporca sì, ma non fa male).
Mi sembra che lei sia consapevole (e questo è già un passo avanti) che pagamenti a pioggia, nella sua situazione, a nulla servono. Infatti scrive: Finanziamento 6000 euro di cui ho già pagato per un anno e mezzo più o meno solo gli interessi e le spese, quindi sono sempre più o meno 6000 euro. Questo è un dato da cui partire.
Poi affrontiamo l’aspetto patrimoniale coniugale: regime di separazione, donazioni, vendite fasulle a parenti serpenti, cani e gatti a nulla servono se il debito si è formato prima del cambio di opzione o dell’atto di trasferimento di propietà. Per chiudere su questo punto (e mi rifaccio all’incipit) in alcuni casi non si risolve neanche con l’accordo consensuale omologato in Tribunale a fronte di debiti contratti da uno dei coniugi, anche dopo l’avvenuta separazione, in presenza di figli. Basterebbe che il creditore dimostrasse che i debiti sono stati assunti nell’interesse della famiglia residuale (i figli) ed ecco che l’altro coniuge è costretto a risponderne.
Queste cose le lasci fare a chi di patrimoni off shore, blind trust e fondi patrimoniali se ne intende. A noi poveracci, il primo creditore panzuto ed agguerrito ci prende con le mani nella marmellata proprio nel momento in cui credevamo di essere diventati furbastri di tre cotte (In Italia ne siamo già in milioni a crederci).
Il tallone d’Achille del debitore sta nelle cose che possiede, siano esse in comunione, in separazione o in qualsiasi forma. Il segreto sta nello sbarazzarsene quando ancora non è diventato insolvente conclamato.
Dunque la casa. Venderla prima possibile, al valore di mercato, senza lasciarsi prendere dall’ansia, cattiva consigliera, di chiudere la transazione prima che arrivino i creditori (ormai già fuori l’uscio di casa) e prima che inizino a scriverci ipoteche di secondo, terzo e quarto grado e poi e la mettano all’asta. Se c’è ipoteca per il mutuo, venderla lo stesso e pagare la banca che il mutuo ha erogato. Il limite per l’ipoteca e l’espropriazione, cui accennava, è di 8 mila euro e vale per Equitalia ed i debiti erariali, che lei ancora non ha.(elevabile a 20 mila se la casa è abitazione principale ed è stata presentata opposizione al ruolo). Comunque, se non ho sbagliato i conti, mi sembra che lei sia comunque molto sopra gli ottomila. Ma anche se non fosse, non è un problema per lei. Ci arriverà presto con interessi legali e moratori più spese di recupero crediti.
Il conto. Intestarlo alla suocera, con voi, marito e moglie, delegati. Al massimo una scrittura privata in cui, in caso di morte, la signora vi lascia in eredità le disponibilità liquide su quel determinato conto corrente.
Poi, Pietro, deve prendersi qualche giornata di riposo, la intenda come una prescrizione medica. Non la vedo messo bene, e la sporca faccenda ancora non è cominciata. Uno che, a fronte di una situazione pesante come la sua, si preoccupa se il debituccio da 3 mila euro sarà o meno diviso con la moglie, ha bisogno di riposo. Perchè per affrontare i creditori ci vuole calma e sangue freddo. Non vorrei mi cadesse in una crisi di nervi alla prima comunicazione di diffida e messa in mora. Forza, anima e coraggio.
Cosa rimane? Lo stipendio, nella speranza (glielo auguro) che il contratto a tempo determinato si trasformi in uno a tempo indeterminato, l’aspetta il pignoramento del quinto dello stipendio fino alla pensione, o quasi. Non mi sembra uno scenario così terribile. Anzi, a mio parere, è il miglior modo di consolidare e ristrutturare effettivamente il debito.
Altre soluzioni non ne vedo. Ammesso che la casa non abbia mutuo ed ammesso che la signora suocera le conceda di prendere un prestito per pagare i debiti mettendo a garanzia l’immobile (difficile dopo quello che ha combinato, a meno che la suocera non sia rimbambita) lei non ce la farà mai ad uscire da questa spirale. Per ottenere cosa? Solo qualche anno in più di vita vegetativa assistita. Meglio l’eutanasia.
Fra qualche anno starebbe di nuovo qui a scrivere ho messo ipoteca sulla casa per ottenere un prestito di x mila euro e pagare i vecchi creditori. Dopo y anni il mio debito è sempre di x mila euro e non ce la faccio più a pagare … e adesso stanno pignorando casa di mia moglie per metterla all’asta.. Mai saldare i debiti facendo altri debiti. C’è scritto in neretto, a caratteri cubitali, a pagina 16 del manuale del perfetto debitore. Lo legga.
Mi sembra sia tutto. Si informi leggendo il blog per capire come condurre, dignitosamente, senza chinare la testa, una lunga esistenza da debitore insolvente. Un giorno, ne sono certo, riderà delle sue eccessive ansie, messe nero su bianco in questo post.
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