Annapaola Ferri

Cominciamo col dire subito che, per la questione che stiamo affrontando, l’invalidità non è rilevante.

Lei deve presentare, adesso, una semplice domanda, in cui spiega al datore di lavoro che desidera passare da tempo parziale a tempo pieno. E deve inviarla al datore di lavoro con raccomandata AR. Punto. Fin qui non ha bisogno del previo assenso del datore di lavoro o di una organizzazione sindacale.

Quando il suo datore di lavoro assumerà, nella stessa unità produttiva in cui lei è impiegata, un lavoratore con contratto a tempo pieno, assegnandogli le medesime mansioni che lei ricopre, allora dovrà e potrà far valere il suo diritto.

Si rivolgerà, quindi, ad un sindacato per ricevere assistenza legale finalizzata a trovare, se possibile, una soluzione conciliativa con il datore di lavoro e per citarlo poi in tribunale del lavoro, in caso di mancato accordo.

In questa fase dovrà produrre la richiesta a suo tempo effettuata di passaggio da regime part time a regime a tempo pieno, la ricevuta AR ed, eventualmente, prove testimoniali sulla circostanza che il nuovo assunto svolge le sue stesse mansioni, con contratto a tempo pieno.

Se il sindacato a cui si rivolge glissa, basterà disiscriversi e passare ad un’altra organizzazione sindacale che accetti di assisterla, o, magari, ad un avvocato serio e non esoso nell’onorario.

Se verrà accertato che il nuovo assunto svolge attività a tempo pieno con le stesse mansioni a lei attribuite, il datore di lavoro dovrà accettare, in camera di conciliazione, o sarà obbligato dal giudice, a passare lei da part time a tempo pieno e a relegare a part time il nuovo assunto.


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