Giorgio Valli

In teoria sarebbe possibile attivare azioni esecutive nei suoi confronti, affidandosi ad un pool di avvocati del posto che potrebbero presentare istanza finalizzata al pignoramento dello stipendio e del conto corrente ad un giudice portoghese, secondo le norme vigenti in quel paese.

Dopo aver, naturalmente, seguito scrupolosamente le procedure previste da qualche trattato bilaterale (ammesso che esista) o da direttive in ambito UE per la mutua assistenza al recupero crediti, e dopo aver effettuato la traduzione di tutte le carte processuali.

A quel punto,  se ciò accadesse,  sarebbe evidente pensare che lei non ci ha raccontato tutto:  lasciando l’Italia, per “riparare all’estero”, oltre ai 20 mila euro, deve essersi portato via anche la moglie (o la figlia) del creditore.


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