In teoria sarebbe possibile attivare azioni esecutive nei suoi confronti, affidandosi ad un pool di avvocati del posto che potrebbero presentare istanza finalizzata al pignoramento dello stipendio e del conto corrente ad un giudice portoghese, secondo le norme vigenti in quel paese.
Dopo aver, naturalmente, seguito scrupolosamente le procedure previste da qualche trattato bilaterale (ammesso che esista) o da direttive in ambito UE per la mutua assistenza al recupero crediti, e dopo aver effettuato la traduzione di tutte le carte processuali.
A quel punto, se ciò accadesse, sarebbe evidente pensare che lei non ci ha raccontato tutto: lasciando l’Italia, per “riparare all’estero”, oltre ai 20 mila euro, deve essersi portato via anche la moglie (o la figlia) del creditore.
Per visualizzare l'intera discussione, completa di domanda e risposta, clicca qui.