Se una segnalazione al CRIF comportasse l’impossibilità ad aprire un conto corrente, le banche in Italia avrebbero ben pochi dividendi da distribuire agli azionisti.
Qualche problema lo hanno solo i protestati, e non sempre, soprattutto se dispongono di liquidità rilevante da depositare.
E questo non perchè la banca si preoccupi dell’affidabilità del cliente. La ragione è che esistono, in materia, precise disposizioni della Banca d’Italia.
In ogni caso chi subisce un pignoramento del conto corrente non rappresenta certo un esempio di cautela e prudenza se ne apre un’altro a lui intestato. Il creditore non deve chiedere un nuovo decreto ingiuntivo per procedere anche sul secondo, sul terzo sul quarto e così via.
In genere si opera con carta prepagata ricaricabile (da conti altrui) o con delega a disporre, ma sempre su conti intestati a soggetti di fiducia.
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