Ornella De Bellis

Lei non rischia nulla, per quanto attiene le sue esclusive proprietà.

Le procedure esecutive possono iniziare in qualsiasi momento, decorsi i fatidici 60 giorni. Dipende dai carichi di lavoro della sede che ha in lavorazione la pratica di suo marito e da quelli del funzionario a cui è la pratica è stata assegnata. Insomma, l’alèa è massima e fare una previsione diventa un azzardo.

L’ipoteca è una misura precauzionale a garanzia del creditore, anche se preclude l’azione esecutiva di espropriazione. Verrà comunque iscritta, anche se risulterà di grado successivo rispetto a quella costituita a favore della banca erogatrice del mutuo ed anche se, al momento, non sarebbe conveniente, per il creditore, dare avvio al pignoramento.

Dipende dall’importo del mutuo residuo, dal valore commerciale dell’immobile, da quello che può ragionevolmente essere stimato ricavabile in sede d’asta, dalle spese, dagli aggi e dagli interessi che graveranno sul debitore al momento in cui sarà valutata la fattibilità di una eventuale azione esecutiva di pignoramento ed espropriazione da parte del creditore con ipoteca di secondo grado.

Escluderei donazioni endo familiari, che sono facilmente suscettibili di azione revocatoria. La vendita, per salvare il salvabile al netto del capitale residuo da rimborsare alla banca, può essere effettuata, a valore di mercato, a terzi che ne finalizzano l’acquisto per destinarla ad abitazione principale. Solo in questo modo l’acquirente non corre il rischio di subire passivamente le conseguenze di un’azione revocatoria dell’atto di vendita.

Fra i post in evidenza (sticked) della sezione, varrebbe forse la pena di leggere quello titolato: “ipoteca e pignoramento della casa – perderne la proprietà ma continuare ad occuparla”.


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