Chiara Nicolai

Ogni soggetto, per far fronte alla esigenze proprie e/o del proprio nucleo familiare, utilizza le risorse economiche che gli derivano dai redditi da lavoro (stipendio o pensione), cioè dall’attività di lavoro in corso di svolgimento o svolta prima di raggiungere, di norma, i 67 anni di età, o quelle che gli derivano dal possesso di beni mobili (liquidazione di azioni, cedole obbligazionarie, vendita di opere d’arte proprie, vendita o locazione di veicoli di proprietà, svolta non come attività di lavoro) o immobili (redditi da locazione o da affitto di terreni o fabbricati, vendita di terreni e fabbricati propri) che sono i redditi di origine patrimoniale.

Entrambi, i redditi da lavoro e i redditi patrimoniali possono essere di natura occasionale: ad esempio, un’attività di lavoro consistente in una prestazione lavorativa svolta una tantum (per una volta soltanto) a favore di uno o più soggetti, in modo saltuario e per un periodo di tempo limitato può produrre un reddito da lavoro occasionale. Da un punto di vista fiscale viene posto un altro requisito affinché il reddito da lavoro possa essere considerato occasionale: l’importo complessivamente percepito da un’attività di lavoro è occasionale se non supera i 5 mila euro per anno solare.

Un esempio di reddito patrimoniale ricorrente è quello derivante dal canone di locazione di un appartamento di proprietà, oppure da una cedola obbligazionaria riscossa periodicamente, mentre l’esempio di un reddito patrimoniale occasionale è l’importo di denaro ottenuto a seguito della vendita di un immobile oppure dalla liquidazione di un pacchetto di titoli sul mercato azionario o obbligazionario oppure l’importo percepito attraverso la vendita di una collezione di francobolli, di auto d’epoca o di orologi di marca di proprietà del venditore. Redditi patrimoniali occasionali possono essere anche le vincita ad una lotteria o le liquidità ricevute in eredità.


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