Andrea Ricciardi

A partire da dicembre la benzina costerà di più: il motivo risiede nella riduzione dello “sconto” che nei scorsi mesi era stato applicato dal governo Draghi.

Le accise sulla benzina passeranno a 578,40 euro fino al 31 dicembre 2022, mentre per il gas usato come carburante (diesel) passeranno a 467,40 euro per mille litri.

Il dato di peggioramento sul costo della benzina emerge nella bozza del decreto atteso insieme alla legge di Bilancio.

Si legge che da dicembre lo sconto sulle accise dei carburanti si riduce da 0,25 euo a 0,15 euro. M

Le conseguenze per le famiglie sono facili da immaginare, in particolare nel mese di dicembre che statisticamente è uno dei mesi dove si spende di più. Ma la riduzione dello sconto per i carburanti, scelta sostenibile in una fase di abbassamento dei prezzi della materia prima, si scontra con la realtà dell’incremento del costo del petrolio. Infatti il mese di novembre segnerà prezzi in rialzo per i barili, poiché i Paesi Opec+ hanno deciso per la riduzione della produzione giornaliera.

Gli effetti al momento non sono ancora visibili, ma tra riduzione dello “sconto” sulle accise e l’arrivo dell’aumento del costo del petrolio il risultato potrebbe essere davvero critico.

La bozza del decreto prevede una riduzione del taglio dell’accise sulla benzina e sul diesel. La riduzione, che attualmente prevede un taglio di 0,25 euro (compreso di Iva) arriverà a 0,15 euro.

Il conto sale all’aumento dell’utilizzo dell’auto e forse proprio per questo nella bozza è presente un aumento del fondo per il decreto Aiuti bis dedicato al trasporto pubblico locale. Il decreto infatti prevede un incremento di 200 milioni per il 2022, di 150 milioni per il 2023 e ulteriori 100 milioni per il 2024.

Gli effetti della riduzione dello sconto sulla benzina sono già preoccupanti, infatti dal 1° dicembre andranno immediatamente a influenzare i costi e i consumi.

La quota della benzina potrebbe superare l’1,9 euro al litro, mentre il diesel toccherà e supererà i 2 euro al litro. Questo scenario non prende però in considerazione gli aumenti previsti per il calo della produzione giornaliera di barili di petrolio, come deciso da paesi Opec+.

La riduzione della produzione è scattata il 1° novembre e i suoi effetti non sono ancora visibili sul costo dei carburanti. Se al momento la situazione appare rosea – appare rosea grazie ai 0,30 euro di sconto – è solo perché non è ancora visibile l’impatto della decisione di Paesi Opec+.

Il risultato della combinazione di queste due scelte potrebbe portare il prezzo di benzina e gasolio tranquillamente sopra la soglia dei 2 euro al litro e rendere così del tutto inefficace il taglio sulle accise di 0,15 euro.


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