Marzia Ciunfrini

Il primo controllo effettuato dall’INPS nel momento in cui un nucleo familiare formato da una sola persona chiede il reddito di cittadinanza è quello di incrociare la data di nascita del richiedente con le info provenienti dagli archivi anagrafici per verificare se l’età del soggetto è inferiore ai 26 anni, e nel caso, rigettare la domanda.

Ora, se il richiedente non convivente con i propri genitori, che non ha ancora compiuto i 26 anni, ha dichiarato un nucleo familiare di riferimento escludendo i propri genitori, ci può anche stare la buona fede rispetto alla non conoscenza della normativa vigente quindi le conseguenze si limiteranno al diniego del beneficio; se, invece, il richiedente ha dichiarato una data di nascita diversa da quella effettiva, allora oltre al diniego del beneficio, entrerà in gioco la dichiarazione mendace di cui agli articoli 75 e 76 del DPR 445/2000 che comportano il divieto di accesso a contributi, finanziamenti e agevolazioni per un biennio, nonché la denuncia all’Autorità Giudiziaria per le conseguenza previste dal codice penale.


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