Andrea Ricciardi

Da oggi, 27 luglio 2022, è possibile iscriversi al Registro pubblico delle opposizioni per richiedere di non ricevere più comunicazioni commerciali sia sul numero fisso sia sul mobile: se non rispettano le nuove procedure, gli operatori rischiano multe fino a 20 milioni di euro.

In Italia il fenomeno del “telemarketing selvaggio” sui cellulari, cioè le telefonate commerciali indesiderate, è destinato a essere regolamentato a partire da oggi, mercoledì 27 luglio: entrano in vigore, infatti, le nuove regole del Registro pubblico delle opposizioni (Rpo).

Il Registro si occupa di disciplinare il trattamento dei numeri telefonici fissi e mobili degli utenti, insieme ai corrispondenti indirizzi postali.

Si applica alla posta cartacea e a tutte le telefonate (effettuate da un operatore o da sistemi automatizzati di chiamata) finalizzate alla vendita diretta di beni e servizi, a ricerche di mercato oppure alla comunicazione commerciale.

Gli utenti possono chiedere gratuitamente l’iscrizione al Registro per non ricevere più telefonate indesiderate sul proprio numero di telefono mobile oltre che fisso.

Si può fare richiesta tramite web, compilando il modulo elettronico, tramite telefono, chiamando il numero verde 800 265 265; tramite email, inviando l’apposito Modulo all’indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it; oppure tramite raccomandata.

Con l’iscrizione al registro si intendono revocati tutti i consensi precedentemente espressi, in qualsiasi forma o mezzo, che autorizzano il trattamento di numerazioni telefoniche nazionali.

Chi procede in tal senso può revocare in qualunque momento la propria opposizione nei confronti di uno o più operatori.

Gli operatori di telemarketing che utilizzano i dati presenti negli elenchi telefonici pubblici sono tenuti a verificare con il Registro le liste dei potenziali contatti. Devono anche registrarsi al sistema, gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni, e comunicare la lista con i dati delle persone che intendono contattare.

Il gestore, mettendo a confronto le informazioni contenute nel Registro e la lista dei contatti fornita dall’operatore, deve eliminare da quest’ultima tutti i dati degli abbonati che hanno richiesto di non ricevere più telefonate.

In caso di violazione delle disposizioni, le società di telemarketing rischiano sanzioni amministrative pecuniarie fino a 20 milioni di euro. Per le imprese sono previste multe fino al 4% del fatturato totale annuo.

Gli utenti possono denunciare abusi e il mancato rispetto del Registro da parte di call center e operatori, inviando una segnalazione attraverso il sito del Garante per la privacy.

Tuttavia le nuove disposizioni del registro non si applicano ai call center ubicati all’estero.

L’addio rischia di non essere definitivo “in ragione della presenza di operatori che agiscono nell’illegalità “, ha sottolineato il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, Simone Baldelli.

In base ai dati forniti dal Codacons, il telemarketing rappresenta in Italia un business da circa 4 miliardi di euro annui e la vendita telefonica di beni e servizi produce un giro d’affari, per l’intera filiera, stimabile in 40 miliardi di euro.

In Italia si contano circa 1.400 aziende di call center in “outsourcing” per un fatturato annuo di 2,8 miliardi di euro. Considerati anche quelli interni alle aziende (telefonia, energia, banche.), il settore registra circa 120mila occupati.

Il fenomeno si è fortemente intensificato negli ultimi mesi al punto da arrivare oggi a una media di cinque telefonate commerciali a settimana ricevute da un utente che dispone sia di linea fissa sia mobile.


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