Giovanni Napoletano

Dal 15 aprile scade l’obbligo di circolare con le dotazioni invernali (pneumatici o catene a bordo) sulle strade che le prevedono: in realtà, non c’è bisogno di precipitarsi dal gommista per far sostituire le proprie coperture winter, perché per mettersi in regola c’è tempo fino al 15 maggio, con un mese di deroga.

Con il salire delle temperature, però, anche se di fatto non s’infrange nessuna norma specifica (sempre che si rispettino le altre regole relative ai pneumatici, a partire dalle misure indicate sulla carta di circolazione e il codice di velocità), se si sono adottati pneumatici invernali è bene provvedere alla loro sostituzione.

Quest’anno, tra l’altro, non è prevista alcuna proroga alla scadenza, perché sono venute meno le condizioni legate alla pandemia che avevano indotto il governo nelle scorse primavere a concedere più tempo agli automobilisti. Naturalmente, nessuna sostituzione è necessaria per chi ha optato per i pneumatici all season, utilizzabili in tutte le stagioni.

Secondo il Codice della strada, pertanto, devono essere sostituiti entro il 15 maggio soltanto i pneumatici con un indice di velocità inferiore a quello riportato sulla carta di circolazione, che sono ammessi d’inverno a patto che non sia mai minore a quello corrispondente alla lettera Q, ovvero 160 km/h. Non ottemperare a quest’obbligo significa rischiare una multa di 87 euro, che diventano 60,90 per il pagamento in forma ridotta.

Prendersi cura dei pneumatici della propria auto, mettendo in atto tutti gli accorgimenti utili per contenerne l’usura (come il mantenimento di una corretta pressione di gonfiaggio e una rotazione periodica), è oggi più che mai importante, perché anche questo settore sta risentendo del generale aumento dei costi.

Come denunciato da Fabio Bertolotti, direttore dell’associazione Assogomma, le tensioni internazionali stanno portando a una mancanza di materie prime, che ha conseguenze sulla produzione: “Il 40% del carbon black consumato nell’Unione Europea, indispensabile per la produzione degli articoli di gomma, pneumatici compresi, e dei rinforzi metallici”, ha spiegato, “proveniva dalla Russia, dalla Bielorussia e dall’Ucraina, ma il flusso è interrotto ormai da due mesi e non ci sono alternative a breve termine; a questo si aggiunge il rincaro di tre-quattro volte dell’energia. Il rischio è che, per i costi industriali fuori controllo, ci siano rincari dei prodotti ed effetti sulla loro disponibilità”.


Per visualizzare l'intera discussione, completa di domanda e risposta, clicca qui.