Paolo Rastelli

Il decreto Legge 41/2021 (cosiddetto Decreto Sostegni) ha disposto significativi interventi in materia di riscossione: in particolare, per i debitori che nel periodo d’imposta 2019, hanno dichiarato un reddito imponibile fino a 30 mila euro, sono stati annullati i debiti, risultanti dai singoli carichi affidati all’Agente della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2010, che, al 23 marzo 2021 (data di entrata in vigore del decreto citato) hanno importo residuo fino a 5 mila euro (comprensivi di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni).

Va, pertanto, innanzitutto verificato il diritto alla cancellazione della cartella esattoriale notificata nel 2004 e un volta ottenuta da Agenzia delle Entrate Riscossione (AdER – ex Equitalia) la liberatoria alla cancellazione del provvedimento di fermo amministrativo, converrà recarsi presso gli sportelli del Pubblico Registro Automobilistico (PRA) per avviare la procedura prevista per liberare la moto dal vincolo cautelare.

Qualora il reddito imponibile dichiarato nell’anno di imposta 2019 dal proprietario della moto fosse risultato superiore ai 30 mila euro, il rimedio sarebbe quello di chiedere la dilazione del debito esattoriale (72 rate). Con il pagamento della prima rata si otterrà la sospensione del provvedimento di fermo amministrativo (sospensione condizionata dal puntuale pagamento delle rate del piano di rientro) e la moto potrà essere venduta qualora l’acquirente si accontentasse, appunto, di comprare un veicolo con fermo amministrativo gravante, ma sospeso.

Altrimenti, l’unico modo per risolvere il problema sarà quello di pagare la cartella esattoriale, e, per abbreviare i tempi, chiedere la liberatoria e avviare personalmente l’iter di cancellazione del fermo presso il PRA. Oppure, occorrerà attendere la cancellazione del vincolo che interverrà dopo il pagamento dell’ultima rata del piano di rateazione.


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