Genny Manfredi

Il decreto attuativo del Family act è pronto per il Consiglio dei ministri: il testo, a cui ha lavorato il Ministero per la Famiglia insieme al Ministero dell’Economia, dovrebbe approdare entro le prossime settimane in Consiglio dei Ministri.

Poi il provvedimento andrà all’esame delle commissioni parlamentari competenti e alla Conferenza unificata, che avranno 30 giorni di tempo per il via libera definitivo.

Il provvedimento, dall’1 gennaio 2022 introdurrà l’assegno universale unico per i figli.

Lo schema base prevede un assegno mensile fino a 180 euro per ogni figlio minorenne, con un ulteriore aiuto da 80-90 euro dal terzo figlio in poi.

La cifra piena sarà assegnata alle famiglie con Isee più basso (si parla di una soglia di circa 9mila euro).

Da una certa di soglia di Isee in su sarà comunque prevista una somma di 40-50 euro al mese.

Secondo i calcoli, il nuovo assegno universale costerà allo Stato poco meno di 20 miliardi di euro all’anno. Sei miliardi arriveranno dal Fondo per la riforma fiscale istituito dalla precedente legge di Bilancio. A questi si aggiungono altri 6 miliardi che il sistema attuale destina alle detrazioni Irpef per i figli a carico.

Il nuovo strumento vuole essere un incentivo unico e universale al sostegno fiscale alle famiglie. Oltre la base ci saranno ulteriori somme aggiuntive, ad esempio la maggiorazione per le madri fino a 21 anni o quelle per i disabili.

È previsto anche un aiuto, meno sostanzioso, per i figli fra 18 e 21 anni che rimangono a carico del nucleo familiare.

Questa casistica richiede però che questi giovani risultino inseriti in percorsi di formazione, di avviamento al lavoro o nelle liste di collocamento.

Coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza avranno somme scorporate dalla quota di reddito collegata alla presenza di figli, con un meccanismo ideato per evitare il doppio sostegno per la stessa condizione.


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