Giuseppe Pennuto

Il diffidato che percepisce stipendio o pensione oppure che dispone di un conto corrente con saldo attivo deve decidere fra due alternative: pagare quanto richiesto dallo studio legale Lorenzon oppure aspettare per vedere le carte in mano allo studio legale italiano, tenendo conto che, qualora il creditore davvero intendesse procedere con decreto ingiuntivo, precetto e pignoramento nei confronti di una moltitudine di diffidati, la scelta richiederebbe un investimento finanziario non indifferente se fatto al buio (ovvero senza una indagine patrimoniale preliminare del debitore). Peraltro, per non correre il rischio di sostenere costi improduttivi (il debitore esecutato si rivela a posteriori essere un nullatenente) l’indagine patrimoniale richiederebbe anch’essa costi certi a fronte di esiti incerti.

A nostro parere, si tratta del solito tentativo di “pesca a strascico” che può essere implementata quando si ha a che fare con una platea di singoli debitori dei quali non si conoscono le condizioni economico patrimoniali: diffido tutti i possibili debitori (al costo di una comunicazione inviata per posta semplice) e raccolgo i pagamenti di coloro che, intimiditi (non mancano mai), decidono di non voler avere nulla a che fare con uno studio legale.

Altrimenti, se non si hanno beni mobili aggredibili in modo relativamente semplice, si può continuare a cestinare tranquillamente la diffida.

Tuttavia, per i non nullatenenti che intendessero glissare a fronte della diffida, è bene precisare che lo studio legale potrebbe comunque provare a perseguire qualcuno dei diffidati (anche al buio): della serie, inviare ad alcuni (scelti a caso) dei diffidati decreto ingiuntivo, precetto ed atto di pignoramento per educarne cento.

Si tratta di concetti ormai già abbondantemente trattati in questa raccolta di post.


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