Giovanni Napoletano

Il governo ha provato a metterci una pezza in extremis, ma la stangata resta pesante: Con il dl lavoro sono state stanziate risorse per oltre un miliardo di euro volte ad attenuare, si legge nel comunicato stampa dell’esecutivo, l’aumento delle tariffe elettriche determinato da ARERA in conseguenza dell’incremento dei prezzi delle materie prime per il trimestre luglio-settembre 2021.

Nel dettaglio, come si legge nel testo del dl già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, i fondi stanziati sono pari a 1,2 miliardi di euro.

Una somma non certo esigua con cui però il governo è riuscito a mitigare solo in parte al rincaro delle tariffe.

A precisarlo è lo stesso presidente di ARERA, Stefano Besseghini, che in una nota diffusa ieri ha spiegato che l’agenzia ha “supportato tecnicamente la scelta di intervento del Governo” e che “senza il decreto l’aumento delle bollette sarebbe stato molto più pesante”. Insomma, il sunto è che nonostante i soldi stanziati, parte dei quali arrivano dai proventi delle aste delle quote di emissione di CO2, le bollette aumenteranno lo stesso.

Di quanto? Per gli utenti del mercato tutelato l’incremento sarà del 9,9% per la bolletta dell’elettricità e del 15,3% per quella del gas nel terzo trimestre del 2021, ovvero nei mesi di luglio, agosto e settembre. Una bella batosta come hanno fatto notare le associazioni dei consumatori.

L’Unione Nazionale Consumatori ha stimato che l’aumento significherà per una famiglia tipo, spendere su base annua (e dunque ipoteticamente dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022, nell’ipotesi di prezzi costanti), 56 euro in più per la luce e 158 euro per il gas. Una maggior spesa complessiva pari, quindi, a 214 euro. A meno che non si verifichi nei prossimi trimestri un abbassamento delle tariffe. Non solo.

L’associazione di consumatori ha stilato la classifica di tutti gli aumenti trimestrali del mercato tutelato stabiliti da Arera dal gennaio 2003 fino ad oggi (prima gli aggiornamenti erano bimestrali), sia per la luce che per il gas. Per la luce l’incremento di oggi, pari a +9,9%, si colloca al terzo posto dei rialzi, mentre per il gas, con +15,3% si registra il record storico e si supera il primato precedente del quarto trimestre 2020, pari a +11,4%.

Per Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, “lo stanziamento del Governo non è stato sufficiente per evitare rincari da brivido. Il balzo della luce nei mesi in cui si registrano i picchi dei consumi è quello che desta maggiore preoccupazione”.

Anche perché, precisa, “le bollette hanno un carattere regressivo e i poveri pagano solitamente di più per avere energia”. Per questo l’associazione auspica una riduzione degli oneri di sistema a partire dal prossimo trimestre, che sia però definitiva, “considerato che non è giusto che siano fatte pagare ai consumatori le pur giuste misure di contenimento delle emissioni nocive dei gas serra”.

A pesare sui consumatori potrebbe essere soprattutto la spesa dell’elettricità, visto e considerato l’uso di climatizzatori e ventilatori nel periodo estivo. Ma com’è possibile che gli aumenti siano stati così marcati? L’Arera specifica che gli i rincari derivano dal “forte aumento delle quotazioni delle materie prime – in continua crescita da inizio anno per la ripresa delle economie dopo i ribassi dovuti la pandemia” e dalla “decisa crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2”.

E spiega anche che se il governo non fosse intervenuto la bolletta dell’elettricità sarebbe aumentata addirittura del 20%.

In particolare, per quanto riguarda il gas, i prezzi europei sono cresciuti “di oltre il 30% nel secondo trimestre del 2021 rispetto al primo e risultano sempre più correlati con il prezzo della CO2 che, nel mese in corso, si è attestato oltre i 50 €/tCO2, anche per le attese di un possibile rafforzamento delle vigenti politiche comunitarie per il contenimento delle emissioni nocive dei gas serra”.

Inoltre, si legge, “gli aumenti riflettono innanzitutto la crescita della domanda. In Europa, temperature inferiori alle medie stagionali hanno dirottato verso i consumi parte del gas che, nella stagione primaverile, è solitamente destinata al riempimento degli stoccaggi”. A contribuire al rialzo dei prezzi è stata anche la riduzione delle forniture dal nord Europa e la minore disponibilità del gas naturale liquefatto, “in quanto parte della produzione del bacino atlantico è stata indirizzata verso l’Asia”.

E la bolletta della luce? Su questo punto l’autorità per l’energia e le reti fa notare che la “risalita del prezzo del gas naturale, per effetto di consumi che sono rimasti sostenuti anche nei mesi primaverili, e la contestuale accelerazione della crescita del prezzo della CO2” hanno contribuito al rialzo del prezzo dell’energia elettrica che addirittura “risulta in aumento di circa il 25% rispetto al primo trimestre e di oltre il 200% rispetto al corrispondente trimestre del 2020”.

Arera specifica che i rincari delle materie prime “stanno causando ripercussioni analoghe sui prezzi finali dei consumatori anche in altri paesi europei, come la Spagna e la Francia”. Ma per i consumatori italiani si tratta di una magra consolazione.


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