Ornella De Bellis

Quello che può incidere sul diniego di un prestito è l’iscrizione nella Centrale Rischi pubblica (la CR di Bankitalia) o in un Sistema di Informazione Creditizia privato (SIC – come Crif, CTC, Assilea, Experian, Cerved) del nominativo del richiedente o di un componente della sua famiglia anagrafica (stato di famiglia) per prestiti ottenuti in passato e non saldati secondo l’originale piano di ammortamento.

Può essere dirimente per la concessione del prestito anche l’eventuale iscrizione del richiedente (o di un elemento del suo nucleo familiare) in CAI (Centrale di Allarme Interbancario) o in RIP (Registro Informatico dei Protesti) per irregolarità nel pagamento di assegni e cambiali.

Certamente può incidere anche il canone di locazione non pagato se tale circostanza ha comportato l’avvio di un’azione giudiziale in tribunale per morosità. Esistono, infatti, alcuni servizi a cui attingono banche e finanziarie per la valutazione del merito creditizio del richiedente un prestito e che raccolgono informazioni pregiudizievoli provenienti dai tribunali. In tal senso, anche il mancato pagamento di una multa o del bollo auto potrebbe influenzare la concessione del prestito se tale omissione avesse comportato un’azione giudiziale civile di pignoramento del conto corrente o dello stipendio da parte di Agenzia delle Entrate Riscossione (ma va anche detto che difficilmente il concessionario della riscossione ricorre al tribunale, visti gli alti costi di giustizia a fronte di un esito incerto del ritorno economico).

Naturalmente il merito creditizio del richiedente un prestito, che non sia iscritto in CR, SIC ed altre banche dati dei cattivi pagatori, dipende anche dalla sua capacità reddituale rispetto alla sostenibilità di rimborso mensile delle rate nonché, dalla presenza eventuale, di un soggetto garante che abbia un ottimo credit score.


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