Andrea Ricciardi

Arriva il Green pass, il documento che attesterà il nostro stato di salute dal Covid: ci permetterà di viaggiare, andare in vacanza, partecipare a feste, entrare in locali, insomma tornare a vivere con regolarità.

Ad ottenere il green pass potranno essere quelli che finora hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Per questi, il lasciapassare durerà 9 mesi che scatteranno 15 giorni dopo la prima iniezione.

Anche chi è guarito dal covid può ottenere il green pass che però scade dopo 6 mesi dalla guarigione.

Quindi chi è guarito da più di 6 mesi non può ottenere il green pass se non si fa almeno una dose di vaccino.

In alternativa, il green pass si potrà ottenere anche dopo un tampone negativo (e vale per 72 ore dal tampone) o un test antigenico (in questo caso vale solo per 48 ore).

Il certificato verde servirà innanzitutto per trascorrere le vacanze in Europa visto che la disciplina è condivisa da tutti gli Stati Membri che hanno adottato un apposito regolamento valido su tutto il territorio dell’Ue.

Attenzione però: alcuni Paesi chiedono anche la seconda dose di vaccino.

Il green pass serve anche per chi vuol viaggiare dentro l’Italia e raggiungere zone arancioni e rosse. Ma soprattutto il green pass serve per partecipare alle feste legate a cerimonie come i matrimoni o per accedere alle Rsa e agli ospedali.

A regolamentare il green pass italiano è l’atteso Dpcm sulle riaperture che ha appena incassato il parere con alcune osservazioni del Garante della privacy e che è stato messo a punto insieme ai ministeri della Salute, dell’Innovazione e al Mef.

Attraverso una apposita app potrà essere verificato da una lunga platea di persone: oltre alle forze di polizia c’è il personale di locali di intrattenimento, strutture ricettive (come gli hotel) o pubblici esercizi (a esempio i ristoranti) oltre a luoghi dove si svolgono eventi e spettacoli.

I gestori potranno quindi verificare che gli invitati o gli avventori siano in regola e quindi decidere se farli entrare o no.

Il tutto avverrà tramite la lettura del Qr code di un’app.

Una app che consentirà a questi verificatori di controllare «l’autenticità, la validità e l’integrità della certificazione, e di conoscere le generalità dell’intestatario».

I deputati a controllare la veridicità del green pass saranno dunque non solo «i pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni», ma anche «il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi».

E poi: «I soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde Covid-19, nonché i loro delegati» e ancora «il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde».

Infine « i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l’accesso alle quali, in qualità di visitatori, sia prescritto il possesso di certificazione verde».

I certificati verdi validi anche a livello Ue saranno rilasciati dalla «piattaforma nazionale digital green.

I green pass potranno essere scaricati sul proprio telefono o stampati dai cittadini attraverso vari canali: dal « sito web dedicato, sia attraverso accesso con identità digitale sia con autenticazione a più fattori» al «Fascicolo Sanitario Elettronico»; dall’app Immuni all’app Io (anche se è finita nel mirino del Garante della privacy) fino al sistema tessera sanitaria ma in questo ultimo caso a rilasciare il certificato verde ai cittadini saranno «medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacisti e altri medici delle aziende sanitarie».


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