Andrea Ricciardi

In alcuni casi conservare è utile per evitare di pagare due volte o per scongiurare sanzioni, in altre invece è solo uno spreco di tempo e spazio: ecco, dunque, una guida sui documenti e le scadenze.

Ricevute di strutture turistiche: entro 6 mesi possono richiederci il pagamento di servizi che risultano non pagati.

Dai 12 ai 18 mesi: Ricevute di spedizioni.

Da 1 a 5 anni: Ricevute di rette e mense scolastiche, iscrizioni a corsi, palestre, assicurazioni (5 anni se sono state detratte dalla dichiarazione dei redditi).

Da 2 anni: le bollette ordinarie di luce, gas e acqua devono essere conservate per 2 anni.

Da 2 a 5 anni: gli scontrini, meglio conservarli per almeno 2 anni così da far valere la garanzia.

5 anni anche per gli scontrini che riguardano farmaci detratti dalla dichiarazione dei redditi.

Per 3 anni: la ricevuta di pagamento di cambiali; le parcelle degli avvocati; le ricevute dei medici o degli architetti ecc. devono essere conservate per almeno 3 anni.

Da 3 a 5 anni: Bollo auto: entro 3 anni la Regione può contestare la mancata effettuazione del pagamento. Tale scadenza va conteggiata a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui si è effettuato il versamento. Fatture, notule, parcelle di avvocati, commercialisti o altri professionisti (in entrambi i casi, 5 anni se sono state detratte dalla dichiarazione dei redditi).

Per 5 anni: spese condominiali; canoni di locazione; bollette; ricevute mutui; CUD e CU; multe; tasse sui rifiuti; ricevute di Imu, Tasi (i tempi si allungano se si è usufruito di detrazione fiscale per interventi di efficientamento energetico, ristrutturazioni edilizie o acquisti di grandi elettrodomestici).

Le ricevute di pagamento delle rate del mutuo vanno conservate per almeno 5 anni dalla scadenza della rata di riferimento.

Stesso tempo di conservazione anche per la documentazione che attesti che si è beneficiari di altri tipi di detrazioni, deduzioni o di un qualsiasi altro sgravio fiscale.

Per 5 anni si devono conservare le prove del pagamento di una multa; stessa durata anche in caso di vittoria dopo aver fatto ricorso per contestare la sanzione.

Per 8 anni: Modello UNICO e 730: Il fisco effettua controlli sulle dichiarazioni dei redditi dei cittadini fino a un tempo massimo di 7 anni. Pertanto, per evitare fastidiose seccature la cosa migliore è conservare questa documentazione per almeno 8 anni. Il conteggio su questo tempo deve essere avviato a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di imposta.

Per 10 anni: I propri estratti conto.

Il pagamento della bolletta della luce elettrica dovrebbe essere conservato per almeno 5 anni ma visto che è stato ora integrato il canone Rai, le ricevute per questa imposta è bene conservarle per almeno un decennio.

Per sempre: Atti notarili; rogiti; atti di matrimonio/separazione/divorzio; attestati/diplomi.

Cartelle esattoriali
Discorso a sé è quello che vale per le cartelle esattoriali. Se infatti l’Agenzia delle Entrate ha imposto il pagamento di determinate imposte fiscali la conservazione dell’avvenuto pagamento varia di caso in caso. Nello specifico:

  • le ricevute di pagamento di cartelle riguardanti Irpef, Iva o Irap devono essere conservate per almeno 10 anni;
  • la documentazione riguardante il pagamento di imposte locali si dovrà conservare per almeno 5 anni;
    invece, le ricevute attestanti il pagamento del bollo auto dovranno essere conservate per almeno 3 anni.

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