Andrea Ricciardi

Con il nuovo dpcm che entrerà in vigore giovedì 8 Ottobre 2020, anche l’obbligo di indossare la mascherina ovunque, in tutta Italia: una misura resa necessaria dall’aumento dei contagi di coronavirus di queste settimane.

L’esecutivo ha deciso così di correre ai ripari con un nuovo provvedimento, che verrà illustrato domani dal ministro della Salute Roberto Speranza al Parlamento, insieme alla proroga dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio 2021.

Cosa rischia chi non rispetterà  l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto?

Sono in previsione sanzioni da 400 a 3 mila euro.

Alcune Regioni si sono già mosse, prevedendo l’uso obbligatorio delle mascherine anche per strada, come la Sicilia, il Lazio, la Campania e la Calabria.

In Piemonte invece un’ordinanza ha stabilito l’obbligo di indossare la mascherina nei pressi delle scuole, parcheggi, giardini e marciapiedi davanti agli ingressi e alle uscite degli istituti, e in !tutti i luoghi di attesa, salita e discesa del trasporto pubblico scolastico”.

Il governatore Massimiliano Fedriga ha annunciato che La Regione Friuli Venezia Giulia aspetterà il dpcm del governo del 7 ottobre: “Ad oggi non abbiamo ritenuto necessario adottare obbligo mascherine all’aperto, ma non escludiamo misure che tutelino maggiormente la popolazione della regione, senza chiudere attività produttive, ma non certo prima del 7 ottobre”. Mentre il presidente della Toscana, il neo eletto Eugenio Giani, ha già anticipato che se la decisione non dovesse essere presa dal governo, emanerà un’ordinanza non appena entrerà in carica: “Se la decisione non sarà stata presa prima dal governo, sarò io a firmare un’ordinanza per la mascherina obbligatoria all’aperto: la politica della prevenzione è essenziale. E tra le prime ordinanze che farò ce ne sarà una per le scuole, a cui dobbiamo dare direttive precise su sintomi, certificati, rientri”.

E c’è anche chi, come il governatore della Liguria Giovanni Toti, critica il provvedimento, giudicandolo un “passo indietro inaccettabile”.

Il governo sta anche valutando se limitare il numero di partecipanti consentiti a eventi e feste: attualmente la soglia è fissata a 200 per i luoghi chiusi, e a 1000 per i luoghi all’aperto.

Altra questione è quella del ‘coprifuoco’, la chiusura anticipata dei locali alle 23 o alle 22, ma Palazzo Chigi ha già fatto sapere che non c’è nessuna intenzione di chiudere ristoranti, bar e locali, né di anticiparne l’orario di chiusura. Dovrebbe invece restare invariato il limite della capienza all’80% sui mezzi pubblici.


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