Giovanni Napoletano

La quarantena come strumento di prevenzione e contenimento è un’arma assai preziosa nella guerra che l’Italia sta combattendo contro il nemico coronavirus: ma ci sono degli effetti di rimbalzo che negativi per i cittadini e i consumatori, come, ad esempio, i maggiori consumi di luce e gas.

Quest’ultimi, infatti, fanno schizzare in alto le bollette, circa il 30% in più per la fornitura di luce e il 20% in più per quella di gas

Inoltre, sotto il versante della spesa energetica, il governo non ha ancora previsto alcun provvedimento a difese delle famiglie.

Dunque, essendo costretti all’isolamento forzato in caso, viviamo in casa giorno e notte.

Milioni di italiani hanno trasformato la propria casa in ufficio e in una scuola per i figli (per chi li ha).

Ovviamente, i consumi aumentano in modo sensibile.

Il primo consiglio, forse banale, è quello di accendere la luce solo in caso di necessità e di servirsi in casa (ma questo vale sempre, non solo in tempi di coronavirus) delle lampadine a risparmio energetico.

Stesso discorso vale per il riscaldamento: chi ha un impianto autonomo, deve fare una gestione virtuosa della propria caldaia, cercando di mantenere una temperatura in casa il più possibile costante (possibilmente sui 20-21° centigradi, senza esagerare né al rialzo né al ribasso), arieggiando le stanze in modo intelligente e comunque non eccessivo, proprio per evitare sbalzi.

In aiuto degli italiani va detto che le tariffe monorarie sono più convenienti di quelle biorarie.

In sostanza, le prime prevedono un unico prezzo durante tutta la giornata indipendentemente dalla fascia oraria in cui la utilizzi, mentre le seconde hanno un prezzo differenziato a seconda dei momenti di utilizzo dell’energia.

Come detto, le tariffe monorarie sono più economiche.

Di quanto? Del 5% circa, con punte quasi dell’8%.

Che non è così poco come forse possa sembrare, anzi.


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