DOMANDA
A mio nonno, novantenne, sono entrati in casa con la scusa di essere agenti del Ministero della Salute che, per prevenire il contagio da Coronavirus, dovevano ritirare alcune banconote infette.
Qualcun’altro ha avuto esperienze simili?
Come difendersi?
RISPOSTA
Il coronavirus continua a destare grande preoccupazione nel nostro Paese, ad aggravare ulteriormente la situazione il fatto che purtroppo si registrino diversi casi di sciacallaggio ai danni di persone anziane raggirate da finiti tecnici sanitari e derubate.
Oltre al caso delle mascherine vendute a prezzi esorbitanti su cui è intervenuta la Guardia di Finanza, arrivano numerose segnalazioni di raggiri con schemi ben collaudati che cavalcano l’ondata di paura legata al coronavirus.
Il primo prevede che alla porta del mal capitato si presentino dei finti tecnici che, spacciandosi come delegati delle strutture sanitarie, informano di essere lì per eseguire il tampone del coronavirus.
Una volta all’interno dell’abitazione vengono trafugati denaro e beni preziosi poi con uno stratagemma, la banda si allontana prima che la vittima possa capire cosa sta accadendo.
Altro schema ricorrente è quello delle “banconote infette”: alla porta di casa si presentano dei truffatori sostenendo di essere non ben specificati funzionari pubblici che devono controllare se il denaro in possesso della vittima sia contaminato dal Covid-19, per procedere alla disinfezione è necessario (ovviamente) visionarlo e una volta consegnatogli il denaro fuggono con la refurtiva.
La Croce Rossa così come le Aziende sanitarie regionali hanno diramato comunicazioni in cui si allerta la cittadinanza di non fidarsi di chi si presenta a domicilio per effettuare controlli, infatti, non esistono medici che effettuano questo tipo di visite a casa se non precedentemente allertati dai pazienti.
Nel dubbio, comunque, il consiglio è quello di chiamare le autorità per una verifica.
6 Marzo 2020 - Giovanni Napoletano
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