Giovanni Napoletano

Il Governo cancella, con un decreto i diritti previsti dal Codice del Turismo, lasciando la facoltà al tour operator, in caso di recesso, di scegliere tra il rimborso, un pacchetto sostitutivo di qualità equivalente o superiore, oppure emettere un voucher, da utilizzare entro un anno dalla sua emissione.

Queste le disposizioni contenute nel nuovo decreto legge sull’emergenza Coronavirus che all’articolo 28 disciplina le regole per il rimborso dei viaggi.

Le norme si rivolgono alle persone in quarantena, a chi è risultato positivo al test, a chi doveva viaggiare verso la cosiddetta zona rossa, ai residenti stessi della zona rossa e a chi doveva participare ad eventi annullati.

In tutti i casi, l’articolo 28 dà facoltà al vettore o al tour operator di scegliere se rimborsare il costo del pacchetto/volo, fornire un viaggio alternativo di pari valore o emettere un voucher.

C’erano decine di modi per aiutare, giustamente, i tour operator in difficoltà, ma il Governo ha scelto il peggiore: l’unico che danneggia i diritti sacrosanti del consumatore.

Fuori dal decreto sono rimasti gli alberghi per i quali il Governo non detta alcuna disposizione lasciando i turisti alla mercé dei singoli albergatori che incasseranno denari per soggiorni ai quali i consumatori hanno rinunciato.


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