Giovanni Napoletano

Si chiude finalmente la lunga vicenda relativa alle bollette a 28 giorni, che ha visto i principali operatori telefonici come Vodafone, WindTre, Fastweb e Tim di fronte al Consiglio di Stato: martedì 4 febbraio 2010, infatti, sono state pubblicate le motivazioni della sentenza 00879/2020 con cui l’ultimo grado della giustizia amministrativa ha stabilito, già a luglio 2019, che ogni utente colpito da questo tipo di tariffazione ha diritto al rimborso automatico dei giorni erosi.

A beneficiarne, quindi, saranno tutti quei cittadini che tra giugno 2017 e aprile 2018 hanno pagato una cifra più alta per la propria linea fissa, a causa delle bollette a 28 giorni.

Il meccanismo studiato dalle telco, infatti, anticipando i rinnovi dell’offerta e considerando le 52 settimane presenti in un anno, consentiva il passaggio da 12 a 13 mensilità, guadagnando di fatto un mese.

Secondo il Codacons, una delle principali associazioni a difesa del consumatore, sarebbero almeno 12 milioni gli utenti coinvolti nella vicenda, che ora hanno diritto a vedersi risarciti.

Il problema, però, è proprio questo: il Codacons, sul proprio sito , dichiara infatti che per il momento di questi rimborsi non c’è traccia.

Non solo, i principali operatori richiedono che sia l’utente a muoversi in prima persona per ottenere gli indennizzi dovuti, attraverso la compilazione di moduli presenti nella pagina del proprio profilo online.

Si tratta di una violazione di quanto sentenziato, già nel 2017, dall’Agcom: l’Autorità garante per le comunicazioni, infatti, aveva stabilito l’illegittimità delle bollette a 28 giorni e in seguito obbligava le telco alla restituzione automatica delle cifre ingiustamente percepite entro il 31 dicembre 2018.

Le recenti motivazioni depositate dal Consiglio di Stato non fanno altro che confermare quanto deciso in precedenza dall’Agcom.

Visti i ritardi nei rimborsi, però, adesso il Codacons ha diffidato gli operatori coinvolti per non aver rispettato le disposizioni dell’Autorità garante per le comunicazioni.

Oltre all’indennizzo chiediamo che si aggiunga anche un risarcimento per i giorni di ritardo nell’accredito delle somme, oltre agli interessi legali, ha sottolineato il presidente del Codacons.

Le compagnie telefoniche stanno infatti ostacolando la restituzione delle somme ingiustamente percepite dai loro clienti, rendendo le procedure di rimborso complesse e dirottando sugli utenti il compito di richiedere l’indennizzo che per legge deve essere automatico.

Proprio per la complessità di queste procedure, il consiglio è di appoggiarsi al Codacons che, sul proprio sito, mette a disposizione un modulo di semplice compilazione: in questo modo si delegherà l’associazione che si farà portatrice degli interessi del consumatore.


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