Giuseppe Pennuto

L’utilizzo dei fari fendinebbia e di quelli retronebbia (rispettivamente quelli davanti e quelli dietro l’auto) è strettamente connesso alle condizioni meteo: ciò è fondamentale perché fin troppo spesso si abusa di queste particolari luci da parte di automobilisti poco attenti, finendo con il renderle fastidiose per gli atri utenti della strada quando non sono necessarie.

Del resto, basterebbe il nome a circoscriverne l’utilizzo: i fari antinebbia vanno usati in presenza di foschia, quando gli anabbaglianti non sono sufficienti a garantire la visibilità e gli abbaglianti sarebbero addirittura deleteri perché la luce alta e potente si riflette sulle piccole gocce di umidità in sospensione nell’aria.

Comunque, il Codice della Strada, all’articolo 151, comma C sulle definizioni relative alle segnalazioni visive e all’illuminazione dei veicoli a motore e dei rimorchi, definisce i fari fendinebbia anteriori come dispositivi che servono a migliorare l’illuminazione della strada in caso di nebbia, caduta di neve, pioggia o nuvole di polvere.

I fendinebbia non sono un dispositivo obbligatorio sugli autoveicoli, su alcuni, soprattutto negli allestimenti meno ricchi, non sono presenti oppure sono degli accessori offerti a pagamento, mentre sulle versioni più complete sono spesso di serie.

Servono a migliorare la visibilità in presenza di foschia, nebbia, pioggia e neve, grazie ad un fascio luminoso puntato più in basso rispetto ai fari tradizionali.

I retronebbia invece sono un dispositivo obbligatorio su qualsiasi veicolo, talvolta limitato ad un solo proiettore, posizionato indifferentemente a destra, a sinistra o al centro della parte posteriore del mezzo, altre invece comprendente luci posizionate su entrambi i lati.

Il compito della luce retronebbia è quello di rendere visibile il veicolo ai mezzi che lo seguono in presenza di scarsa visibilità, dovuta agli stessi fenomeni meteo che rendono necessaria l’accensione dei fendinebbia.

Tanto i fari fendinebbia tanto i retronebbia vanno usati solo in caso di necessità e sempre con particolare attenzione, l’articolo 153 C.d.S., che disciplina l’uso dei fari prescrive al comma 2 anche l’uso dei dispositivi antinebbia.

In caso di pioggia molto forte, oppure durante una nevicata in atto, le luci antinebbia anteriori sostituiscono gli anabbaglianti grazie al fascio di luce che illumina poco al di sopra della superficie stradale e ai lati del muso del veicolo.

I retronebbia, più potenti rispetto alle luci di posizione posteriori, rendono più visibile il veicolo a chi segue aumentando la sicurezza.

In caso di foschia o di nebbia, i fari fendinebbia diventano gli unici proiettori in grado di illuminare in maniera efficace la strada.

Grazie al faro di luce indirizzato verso il basso, infatti, evitano il fenomeno della rifrazione della luce sulle piccole goccioline d’acqua che rimangono sospese in aria, e che più vengono illuminate – ad esempio tramite i fari abbaglianti – e più rendono difficoltosa la guida.

In caso di foschia e nebbia, il faro retronebbia permette che il veicolo venga visto anche a distanza, e il mancato utilizzo viene punito con una sanzione compresa tra 41 e 168 euro e la decurtazione di un punto.

Di contro, utilizzare fendinebbia e retronebbia quando non è necessario è inutile e può diventare fastidioso e quindi pericoloso.

Ad esempio, in condizioni meteo ottimali il retronebbia tende ad abbagliare gli automobilisti che seguono, diventando un pericolo per la sicurezza.

Analogamente, i fendinebbia possono risultare fastidiosi quando si incrocia un veicolo: l’uso improprio dei fari antinebbia è punito con una sanzione compresa tra 41 e 168 euro.


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