Giuseppe Pennuto

Nel nostro Paese, purtroppo, i pick-up non sono considerati come altrove, ovvero alla stregua delle comuni vetture: al contrario, questi mezzi vengono trattati come fossero autocarri, sia per il codice stradale che per il fisco.

Le autovetture, infatti, sono destinate al trasporto di persone: caratteristiche che le rendono idonee all’uso privato, da famiglia con relativi bagagli e animali domestici per 365 giorni l’anno.

I pick-up no: in quanto autocarri sono destinati al trasporto di cose e delle persone addette all’uso o al trasporto delle cose stesse.

Ciòo significa che a bordo possono prendere posto solo le merci connesse all’attività dell’impresa e le persone addette al carico, allo scarico e all’utilizzo delle eventuali attrezzature trasportate.

Dunque, cosa succede se un automobilista privato, anche se proprietario del mezzo, carica su un pick-up famiglia e bagagli e se ne va in vacanza?

Secondo il Codice della Strada, chiunque utilizza un veicolo per una destinazione o per un uso diversi da quelli indicati sulla carta di circolazione è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 80 a euro 318.

Non solo: in caso di uso privato di un autocarro si rischia anche la sospensione della carta di circolazione da 1 a 6 mesi, in caso di recidiva la sospensione è da sei a dodici mesi.

Quindi la risposta è: se si usa un pick-up per portare la famiglia al mare si rischiano sanzioni e il ritiro della carta di circolazione.

Se l’uso del pick-up è invece connesso all’attività dell’impresa proprietaria, anche nel caso di una ditta individuale, non ci sono limitazione temporali, però è bene avere sempre a bordo la documentazione di carico.

Anche se si sta tornando alla base da una consegna, la bolla della consegna effettuata certifica che il mezzo sta lavorando in chiave aziendale.

La situazione negli altri paesi europei è meno complessa rispetto a quella italiana: infatti, la classificazione europea N1 non fa distinzioni circa la natura della merce trasportata né dei passeggeri.

Da noi, però, il Codice della Strada è stato piegato alle ragioni del fisco, e siccome gli autocarri pagano un bollo ridotto rispetto alle vetture si è deciso di porre un freno alla loro diffusione nella maniera più semplice e allo stesso tempo più iniqua.

Nulla vieta ad un privato di comprare un autocarro, ma senza beneficiare delle detraibilità e della deducibilità fiscali di cui beneficiano le aziende.

Basterebbe allora far pagare ai privati il bollo come se fosse un’autovettura concedendogli la facoltà di utilizzare il pick-up quando vuole trasportando chiunque si voglia.

Una soluzione facile facile per ora ignorata dal legislatore.


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