Genny Manfredi

Il cambio di residenza anagrafica (quella dichiarata agli uffici anagrafici comunali) e la formazione di una nuova famiglia anagrafica (stato di famiglia) ha un impatto abbastanza marginale sulla dichiarazione dei redditi, che rimane ancorato alla possibilità per il dichiarante di poter fruire sulle detrazioni per i familiari a carico. Ad esempio, mantenendo la residenza presso i suoi genitori, ammesso che questi ultimi non siano pensionati ed abbiano un reddito non superiore a 2 mila 840,51 euro, lei potrebbe fruire delle detrazioni fiscali per i genitori a carico.

La famiglia anagrafica di appartenenza, invece, ha un impatto fondamentale per l’individuazione del nucleo familiare di riferimento per la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) finalizzata al calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) qualora si volesse fruire dei servizi sociali a cui si accede con particolari requisiti si ISEE.

Per farla breve, conservando la residenza presso i propri genitori il suo ISEE è influenzato dai redditi e dal patrimonio di entrambi i genitori, dal momento che questi fanno parte del suo nucleo familiare.

Scegliendo come residenza anagrafica la casa presa in affitto e dichiarando di non essere legata da vincoli affettivi o di parentela con il compagno con cui condividerà la casa locata, il suo nucleo familiare sarà formato esclusivamente da lei stessa e quindi l’ISEE si baserà esclusivamente sui suoi redditi e sui suoi patrimoni.

Optando di fissare la residenza anagrafica presso la casa presa in affitto e dichiarando di essere legata da vincoli affettivi con il compagno con cui condividerà la casa locata, il nucleo familiare sarà formato da lei e dal suo compagno, con conseguenti riflessi sull’ISEE.

Per quanto attiene le bollette, e specificatamente quelle relative alla fornitura di energia elettrica, se chi sottoscrive il contratto dichiara di non essere residente presso il punto di utenza, è obbligato a corrispondere un costo maggiorato per kilowatt/ora consumato. Se, invece dichiara di essere residente presso il punto di utenza, risparmierà sul costo dell’energia, ma sarà costretto a versare il canone RAI (non potrà chiedere l’esenzione se il canone è già pagato dai suoi genitori presso cui anagraficamente risiede).

Ricordiamo, con l’occasione quali sono le differenze fra la residenza anagrafica (quella comunicata al comune di residenza) e la residenza civilistica (domicilio).

Esistono due tipi di residenza: la residenza anagrafica (dichiarata agli uffici anagrafici, in cui prevale l’elemento soggettivo del dichiarante) valida per le notifiche giudiziarie e fiscali e la residenza civilistica (in cui prevale l’elemento oggettivo) che può essere anche di fatto (non necessariamente coincidente con la residenza anagrafica) e conferente per le comunicazioni postali (peraltro ormai in disuso, veicolate, a richiesta, con messaggi di posta elettronica, modalità che consente altresì di risparmiare in media quasi 2 euro mese di spese postali) relative alle cosiddette domiciliazioni (bancarie o afferenti ad utenze per la fornitura di gas, acqua e luce in una unità abitativa in cui il soggetto decide di vivere, avendone titolo di proprietà, locazione o ospitalità) nonché satisfativa rispetto all’obbligo di residenza nel luogo in cui l’ufficio è ubicato, previsto dalla legge per i dipendenti pubblici.


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