Giorgio Martini

Volevo solo aggiungere che il mio debito nei confronti della banca non è frutto di un capriccio, inizialmente era un fido e poi trasformato in prestito, non credo che una attività commerciale sia un capriccio, almeno per me.

Quando scrivo “capriccio” mi riferisco al contenuto della presentazione contenuta nel blog relativa a chi ha risposto e che riporto di seguito.

Sono convinta, e su questo talvolta dissento da colleghi e colleghe con cui ci avvicendiamo, in qualità di esperti/e, nella conduzione del forum di indebitati.it, che in un caso su tre la difficoltà di saldare le rate sia dovuta ad acquisti avventati, impulsivi. Al mutuo, il debito più diffuso tra i cittadini, od all’affitto si aggiunge spesso il finanziamento per la macchina nuova, tanto alla maxirata finale ci penso solo tra qualche anno e nel frattempo pagando comode rate posso scorrazzare con una auto “nuova di pacca”.

Si passa poi alla vacanza, irrinunciabile anche se mi lamento che non arrivo a fine mese con il mio comodo lavoro sotto casa, dell’ultimo modello del televisore al plasma, non posso certo aspettare qualche mese quando il prezzo sarà ben più accessibile se proprio lo devo comprare, il nuovo modello appena uscito sul mercato di smartphone, che ormai è diventato uno segno distintivo obbligato. Per non parlare di altri beni spesso voluttuari tra status symbol e non, forni, cucine, aspirapolvere e tutto quanto ormai si paga rateizzato a cui ovviamente non posso rinunciare e devo quindi espormi finanziariamente in modo scriteriato.

Alla base c’è sempre l’INCAPACITA’DI VALUTARE le proprie possibilità finanziarie o, caso comunque strettamente correlato, l’eccessivo ottimismo, quasi ingenuo, o avventatezza nel prevedere entrate future

Chiara Nicolai

Spiace che lei non abbia preso bene la risposta della collega, la quale, come è nostra abitudine, non è entrata assolutamente nel merito delle motivazioni per cui il fido non è stato coperto: peraltro, rapportare il senso delle indicazioni fornite al suo quesito, al marginale contenuto del profilo dell’autore della risposta, ci sembra alquanto arbitrario.

L’impegno (ed il tempo) profuso in questa replica piccata, da cui emerge una dose di marcata suscettibilità, converrebbe impiegarlo, invece, nel cercare di capire (questo il messaggio che si intendeva veicolare) che bisogna cercare l’assenso e toccare la sensibilità del direttore di filiale, ove trattiene il rapporto di conto corrente, per individuare una soluzione condivisa, sostenibile e percorribile, evitando di far protocollare comunicazioni in cui vengono stabiliti unilateralmente tempi e modi di rimborso del debito e che potrebbero anche risultare controproducenti e indispettire la controparte.

Nient’altro, e quanto fin qui esposto vale qualunque sia la ragione per cui è stato aperto il fido.


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