Stefano Iambrenghi

Il metodo più elementare ed efficace è il prelievo bancomat per il massimo quotidiano consentito (2 mila e 500 euro per la carta N26) da riversare periodicamente su un conto corrente di familiari o amici. Alternativamente, si può ricorrere a bonifico verso soggetto terzo fiduciario, titolare di conto corrente (o carta con IBAN) detenuto presso un istituto con sede legale in un paese extra UE, per rendere più difficile l’eventuale azione esecutiva del creditore. Infatti, se non c’è un contratto sottostante fra disponente e beneficiario (che giustifichi il passaggio di denaro come corrispettivo), il trasferimento di denaro al beneficiario si configura come una donazione, che potrebbe essere dichiarata nulla su iniziativa legale del creditore che vi ha interesse (in quanto effettuata senza atto notarile, come prescrive la legge) con conseguente obbligo di restituzione al disponente donante da parte del beneficiario donatario di quanto inizialmente trasferito: pertanto si tratta solo di complicare un po’ le cose al creditore duplicando le autorità giudiziarie a cui egli deve rivolgersi per raggiungere l’obiettivo (il rimborso del credito vantato).

Oggi, un conto corrente all’estero può essere aperto anche online: il problema è quello di evitare di incappare in una banca estera che potrebbe fallire e chiudere dalla sera al mattino.

C’è anche chi, dopo il prelievo dal proprio conto corrente, preferisce depositare il contante in una cassetta di sicurezza, magari intestata ad un familiare.


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