Patrizio Oliva

Anche se per ora il discorso è serio solo oltralpe, dato che è in Francia che se ne sta parlando, potrebbe arrivare la fine, anche nel nostro paese, della pacchia per i veicoli particolarmente rumorosi, che si tratti di auto o moto truccate o prive di marmitta.

Infatti, è partita la sperimentazione di quello che è già stato battezzato “autovelox del rumore”.

Il nome ufficiale però, o quantomeno quello utilizzato dal sindaco di Villeneuve-le-Roi (vicino a Parigi), è radar del rumore.

Il sistema, che è già stato installato su alcuni pali della luce del Comune francese ma non è ancora attivo, rileva il passaggio di un mezzo particolarmente rumoroso, lo identifica, e fa partire la multa, proprio come fanno i tradizionali autovelox per quanto riguarda i limiti di velocità.

Ci sono, per ogni dispositivo, quattro microfoni che misurano i decibel dell’ambiente e le loro variazioni al decimo di secondo, e che sono in grado attraverso una triangolazione di stabilire il punto di origine dei rumori molesti.

Il sistema scatta una foto e le sovrappone quindi il grafico della scia acustica, che risulterà così “in uscita” dal suo veicolo di origine.

A quel punto, grazie alla targa può partire la multa.

Didier Gonzales, sindaco di Villeneuve-le-Roi, dichiara che i nuovi dispositivi verranno attivati quando sarà approvato da parte del Governo (e quindi a livello nazionale) un disegno di legge che autorizzi il collegamento delle registrazioni audio del sistema alle telecamere a circuito chiuso della polizia.

Ovviamente è già in vigore una legge che limita il rumore consentito ai veicoli che circolano per le strade, in Francia come da noi.

Ma è sempre stato complesso applicarla, perché le vetture avrebbero dovuto essere fisicamente fermate una a una per comminare la sanzione.

Questo sistema, invece, automatizzerebbe la procedura rendendo estremamente più facile identificare i trasgressori e facendo crescere esponenzialmente il numero di multe (con conseguenti benefici per le casse comunali).

Sarà davvero l’inizio della fine per i caratteristici “rombi di tuono” che spesso fanno girare la testa in giro per la città, e che tanto sono amati da alcuni piloti?

Staremo a vedere. Anzi, a sentire.


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