Chi acquista l’auto gravata da fermo amministrativo può solo ricavarne pezzi di ricambio, dal momento che non può cedere il veicolo, e libera il venditore dall’onere di mantenere un bene per il quale dovrebbe corrispondere la tassa automobilistica e l’assicurazione RC Auto, se non possiede uno spazio privato dove sistemarlo.
Peraltro, chi possiede un veicolo gravato da fermo amministrativo può pagare il debito e vendere il veicolo senza gravami, al prezzo indicato dalle quotazioni di mercato indicate dalla stampa specializzata: il problema nasce quando la quotazione ufficiale è inferiore al debito, per cui, messa la questione in questi termini, è del tutto velleitario e sofistico attendersi quotazioni ufficiali in un mercato sottostante che non esiste.
Quando il debito, per cui è stato iscritto il fermo amministrativo, è superiore alla quotazione ufficiale del veicolo libero da gravami, il bene non ha mercato: l’equo prezzo è proprio quello fissato dall’incontro di domanda e offerta fra il venditore che non intende (perché non gli conviene) pagare il proprio debito esattoriale e l’acquirente che valuta la possibilità di piazzare il motore, parti di carrozzeria e componenti nel mercato dei pezzi di ricambio provenienti dall’usato.
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