Ludmilla Karadzic

Si tratta di una scelta da operare con oculatezza e ponderazione, considerando tutte le condizioni al contorno: innanzitutto, va considerata l’entità del debito esattoriale.

La casa (anche una seconda casa) non può essere espropriata per debiti esattoriali inferiori o uguali a 120 mila euro; per un debito con Agenzia delle Entrate Riscossione (ADER) anche superiore a 120 mila euro, la casa non può essere espropriata se di proprietà (anche in quota) di un soggetto che non possiede altri immobili e che vi stabilisce la propria residenza: si capisce, allora, che accollandosi il debito, a legislazione immutata, un debitore ADER potrebbe anche viverci tutta la vita nella propria casa.

L’articolo 540 del codice civile dispone, poi, che al coniuge, anche quando concorra con altri chiamati, sono riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano (se di proprietà del defunto o comuni). In assenza di disposizioni testamentarie il diritto di abitazione non è condizionato da una eventuale rinuncia all’eredità.

Credo che valga la pena, anche al costo di investire in una parcella notarile, consultare un professionista per valutare, insieme, la migliore soluzione in prospettiva, anche considerando la spesa oggi necessaria per prendere in affitto un appartamento, seppur modesto. Sarebbero soldi spesi sicuramente in maniera ottimale.

Come saggiamente lei ha già dimostrato ponendo la questione, le conseguenze critiche di alcuni eventi possono essere minimizzate e gestite con scelte appropriate, se studiate e analizzate prima che l’evento stesso si verifichi.


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