Piero Ciottoli

In realtà la situazione era già chiara, ma volevo capire come la Banca effettua il calcolo di restrizione, cioè il valore da sottrarre al debito residuo del mutuo, come viene ottenuto. Il mutuo non è frazionato tra appartamento e box, ma è complessivo, quindi la quota relativa al solo box come si evince. Inoltre, se non si procede (in quanto non risulta obbligatorio) alla restrizione ipotecaria, ma si continua a pagare regolarmente le rate potrebbero subentrare problemi? Si specifica, che tra il venditore e l’acquirente, proprio a causa della cifra sproporzionata richiesta dalla banca ai fini della restrizione, di comune accordo si è proceduti alla sottoscrizione di una scrittura privata autenticata, in cui l’acquirente ha accordato il gravame sul box ormai di sua proprietà, con specifica che le rate restavano ad onere del venditore.

Per determinare la quota di mutuo idealmente associato al box, il modo più semplice è effettuare una proporzione. Se indichiamo con MEB il mutuo erogato per l’acquisto del box (idealmente, poichè l’immobile non è frazionato fra appartamento e box); con MEI il capitale complessivo erogato per l’acquisto dell’immobile (comprendente appartamento e box); con VCB il valore commerciale attuale del box e con VCI il valore attuale commerciale dell’immobile; si ottiene: MEB = (VCB * MEI)/VCI.

Stimando il valore commerciale del box VCB (può adottare il ricavato dalla vendita) riuscirà ad ottenere MEB, cioè l’importo da versare alla banca per restringere l’ipoteca al solo appartamento, liberando dal gravame il box.


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