Certo, questa ci mancava, eppure ne abbiamo lette di ogni: forse nemmeno Kafka avrebbe saputo immaginare un simile meccanismo infernale.
Ora, la comunicazione di riformulazione del piano di ammortamento potrebbe anche essere stata notificata al debitore per compiuta giacenza: ma, non è ammissibile che un piano di rateazione venga riformulato solo perchè il debitore ha pagato la prima rata con qualche giorno di anticipo. C’è qualcosa che non va nel sistema informativo di Agenzia delle Entrate Riscossione (ADER).
Il suggerimento è quello di presentare un ricorso amministrativo in autotutela, in carta libera, direttamente ad Agenzia delle Entrate (ente creditore) per guadagnare tempo, illustrando l’aberrazione in cui lei è incappato, chiedendo lo sgravio della cartella esattoriale emessa da Agenzia delle Entrate Riscossione e minacciando di ricorrere al giudice tributario, con vittoria di spese, qualora l’Agenzia delle Entrate non comunicasse l’accoglimento dell’istanza prima della scadenza dei termini utili per poter presentare un ricorso giudiziale.
Il problema del ricorso amministrativo in autotutela è, infatti, proprio questo: la PA non risponde, lascia decorrere i termini (60 giorni dalla data di notifica della cartella esattoriale) nei quali il debitore può adire il giudice competente, dopodiché, magari, rigetta il ricorso. E così il debitore resta, come si dice, “cornuto e mazziato”.
Conviene recarsi personalmente in Agenzia, chiedendo di conferire con un funzionario per esporre la questione: se si è fortunati, si può risolvere il problema seduta stante senza ulteriori complicazioni.
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