Carla Benvenuto

Se i ratei di pensione del defunto vengono automaticamente accreditati sul conto corrente della vedova che ha presentato domanda di reversibilità e non ha effettuato esplicita dichiarazione di accettazione, non è possibile eccepire l’intervenuta accettazione tacita, anche considerando che la pensione di reversibilità è ottenuta per legge e non per diritto ereditario: tuttavia può essere invocato l’articolo 485 del codice civile, secondo il quale il chiamato all’eredità, quando a qualsiasi titolo è nel possesso di beni ereditari, deve fare l’inventario entro tre mesi dal giorno dell’apertura della successione o della notizia della devoluta eredità. Per notizia di devoluta eredità deve intendersi, nella fattispecie, l’accredito dei ratei di pensione spettanti al defunto sul conto corrente del chiamato.

La vedova, cioè, dopo il primo accredito di rateo di pensione spettante al defunto e accreditato dall’INPS sul proprio conto corrente, entra in possesso di beni ereditari e, per evitare confusione fra il proprio patrimonio e quello del defunto, deve, in osservanza alla norma codicistica citata, redigere inventario indicando che l’importo di quel rateo, accreditato dall’INPS sul proprio conto corrente, è di competenza esclusiva del defunto debitore.

L’articolo 485 del codice civile aggiunge, poi, che trascorso il termine trimestrale, senza che l’inventario sia stato compiuto, il chiamato all’eredità è considerato erede puro e semplice.


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