Giovanni Napoletano

Del pignoramento del conto corrente era tenuta ad avvisarla, come sembra essere avvenuto, l’Agenzia delle Entrate Riscossione: la banca è solo il terzo pignorato, tenuto per legge ad eseguire il pignoramento.

Tuttavia, la banca, dopo che è stata disposta la revoca del pignoramento da parte di Agenzia delle Entrate Riscossione (ADER), non avrebbe dovuto applicare, al saldo del correntista ingiustamente sottoposto ad azione esecutiva, la trattenuta di 100 euro giustificata unilateralmente, e illegittimamente, come spesa di procedura per l’azione disposta da ADER, ma avrebbe dovuto, semmai, pretendere la somma dal creditore procedente che ha operato in errore. A nostro parere si tratta di appropriazione indebita, per una spesa che la banca avrebbe dovuto regolare con ADER, e che ha preferito, per ovvi motivi, porre direttamente a carico del correntista incolpevole.

Per far valere il suo sacrosanto diritto alle restituzione del maltolto, deve innanzitutto presentare un reclamo scritto alla banca, eccependo l’indebita appropriazione di 100 euro e chiedendone il riaccredito. Il reclamo va inoltrato con raccomandata AR.

Trascorsi trenta giorni dalla data in cui le risulterà essere pervenuto il reclamo al destinatario, in assenza di risposta o qualora la risposta persistesse nel negare il dovere della controparte alla restituzione dei 100 euro al correntista, dovrà presentare un ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF). Si tratta di una procedura semplice, che va perfezionata online, semplicemente attraverso una descrizione del problema, senza alcuna assistenza tecnico legale, con un anticipo, per diritti di segretaria, di soli 20 euro che saranno rimborsati qualora il ricorso venisse (come dovrebbe essere) accolto.

Potrà seguire qui le istruzioni per sottoporre il ricorso all’ABF. Ma, tenga presente chè è motivo di improcedibilità l’omesso, preventivo, reclamo alla banca.


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