Patrizio Oliva

Il trucchetto delle targhe con estero-vestizione era venuto alle luce già da parecchi mesi, nel nostro Paese: si tratta, infatti, di un’escamotage che negli ultimi anni aveva conquistato consensi, poiché permetteva di fatto di non pagare il bollo (e il superbollo per i bolidi di lusso), di dimenticarsi della revisione, di abbattere il costo dell’assicurazione.

Così, era stato deciso uno stretto giro di vite per far abbandonare il vizietto agli italiani, culminato con il Decreto Salvini.

Pertanto, con l’inizio del nuovo anno, le nuove norme contro la cosiddetta “estero-vestizione” hanno iniziato a mietere le prime vittime.

Così, nel capoluogo Meneghino, lo scorso venerdì 4 gennaio 2019, la polizia locale ha fermato una vettura con targa romena.

Dopo le verifiche di routine, per la prima volta nel capoluogo lombardo, al proprietario del mezzo è stata notificata una maxi multa e il fermo amministrativo del veicolo, entrambe sanzioni previste dal Decreto Sicurezza.

Infatti, chi continua a circolare con targhe di questo tipo, oggigiorno rischia multa da ben 712 euro (che può arrivare a 2.848 euro) e il fermo del veicolo: si hanno a disposizione, poi, sei mesi per mettersi in regola (o per prendere la via del Paese di provenienza, utilizzando un foglio provvisorio), altrimenti il veicolo verrà confiscato.

La regola vale per chi ha stabilito la residenza nel nostro Paese da oltre sessanta giorni.


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