Ornella De Bellis

Allora, per iniziare, va individuato l’importo stipendiale al netto degli oneri fiscali e contributivi ma al lordo di prestito delega, della cessione del quinto, della trattenuta diretta per assegno di mantenimento, del bonus fiscale e delle eventuali indennità collegate all’attività lavorativa svolta. Indicheremo questo importo con S.

Non bisogna assolutamente far riferimento a quanto viene accreditato sul conto corrente, il che potrebbe essere fuorviante, ma esclusivamente ad S.

Per legge, la quota pignorata non può eccedere il 20% di S. La somma T di tutti i pignoramenti (quelli precedenti e quello corrente) e della cessione del quinto dello stipendio, che insistono sulla retribuzione, non può essere superiore al 50% di S. In pratica T> = 50% S

Ora, solo allo scopo di darle modo di capire perchè il suo accredito in conto corrente per la prestazione lavorativa scende a 308 euro (che è un importo, tuttavia, al netto di prestito delega, cessione quinto e trattenuta diretta) va considerato quanto segue:

– il bonus fiscale è solo uno sconto fiscale per il lavoratore, che va, pertanto, ad incrementare il valore di S;
– il prestito delega e la cessione del quinto non influiscono sul valore di S e quindi sulla quota pignorata pari al 20% S;
– il prestito delega non entra nemmeno nel calcolo di T;
– la trattenuta diretta disposta in sede di separazione per l’assegno di mantenimento alla figlia (ex articolo 156 codice civile) o in seguito a inadempimento del coniuge obbligato (ex articolo 8 legge 898/1970) non equivale ad un pignoramento: è come se non ci fosse, sia per S che per T. Si tratta di una grave aberrazione giuridica, tanto è vero che i Presidenti di alcuni Tribunali (Parma ad esempio) dispongono, comunque, di equipararla, almeno, ad un pignoramento per crediti alimentari. Ma, la norma è solo un provvedimento interno a ciascun Tribunale e non ha il rango di legge: quindi non vale su tutto il territorio nazionale;
– l’articolo 545 del codice di procedura civile stabilisce che sono pignorabili, nei limiti del quinto, tutte le indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego: e, dunque, anche l’indennità di amministrazione.

Spero le risulti chiaro quanto fin qui esposto, nella speranza che ciò possa contribuire, se non a rimuovere la grande amarezza di vedere ridotta la retribuzione mensile a 308 euro, almeno a comprendere perché ciò avvenga.


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