Gennaro Andele

Purtroppo è vero, oltre all’aumento delle bollette, sembra che sarà anche un autunno caldo per quanto riguarda i carburanti: anche se era stato promesso il taglio delle accise, dunque, i prezzi aumenteranno.

C’è da considerare che si tratta di aumenti già previsti dal 2014, dal decreto competitività, che è diventato legge nell’agosto di quell’anno.

Comunque, si parla di rincari attorno ai 0,5 cent/litro in più.

Alla data del primo ottobre lo ‘stacco Italia delle imposte sui carburanti’ è di +22,7 cent/litro per la benzina e +20,7 per il gasolio e le imposte hanno inciso nella settimana sul prezzo finale della benzina per il 61,30 % e per il 56,97 % su quello del gasolio.

Dunque, ad oggi, i prezzi praticati, in media, per il self service sono di 1.652 euro/litro la benzina, 1.531 euro/litro il diesel, il servito costa 1.767 euro la benzina e 1.651 euro il diesel, al litro.

Il metano costa 0.973 euro/litro e il Gpl 0.673.

Ciò influirà anche su altri costi, come quelli del cibo.

Perché?

In l’Italia dove l`88 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma e l’aumento dei carburanti pesa notevolmente sui costi della logistica e sul prezzo finale di vendita dei prodotti.

A subire gli effetti del caro benzina sono gli alimentari con ogni pasto che percorre in media quasi 2 mila chilometri prima di giungere sulle tavole.

L’aumento medio dei prezzi alimentari è infatti è risultato superiore del 27% rispetto alla media dell’inflazione pari a 1,5% a settembre secondo l’Istat.

Pertanto, non possiamo far altro che attendere un intervento del governo per modificare la situazione, che ad oggi vede continui aumenti dei prezzi alla pompa.


Per visualizzare l'intera discussione, completa di domanda e risposta, clicca qui.