Patrizio Oliva

Molto spesso, attirati da guadagni veloci e semplici guadagni, molti risparmiatori cadono nella sofisticata rete dei truffatori del trading online.

I malintenzionati, sovente, promuvono investimenti altamente rischiosi, come opzioni binarie, Cfd-contracts for difference, trading su valute e metalli preziosi, senza avere alcuna autorizzazione.

Proprio per il arginare il fenomeno, in netta crescita, è intervenuta recentemente la Consob.

Secondo l’autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari, nei primi sei mesi del 2018 gli interventi sanzionatori sono già a quota 183 (con 71 ordini di cessazione dell’attività abusiva svolta tramite Internet e telefonate, 89 segnalazioni all’autorità giudiziaria, 7 sospensioni cautelari e 8 emanazioni di divieti a operare).

Sono dunque sempre di più gli operatori illeciti che propongono attività di investimento rischiose e poco trasparenti se non addirittura vietate, come gli investimenti in opzioni binarie, oggi banditi agli investitori retail nella UE perché considerati troppo pericolosi per i piccoli investitori.

E Internet, vista la facilità di contattare milioni di persone, è il luogo ideale per far cadere nella trappola chi, anche solo per curiosità, abbassa un po’ la guardia e si fa tentare da e-mail o messaggi pubblicitari che appaiono durante la navigazione (banner, pop-up) che propongono investimenti dai buoni rendimenti.

Ma, al contrario, è importante tenere sempre gli occhi aperti ed essere un po’ diffidenti, perché poi, tornare sui propri passi per recuperare i soldi investiti non è sempre facile.

Spesso le società che si nascondono dietro le piattaforme “pirata” di trading on line sono costituite e smantellate nel giro di pochi mesi o hanno sede in Paesi molto lontani e poco controllati: non più Cipro e Malta, in cui vigono le stringenti normative europee, ma località dell’Oceania o delle Bermude, sostanzialmente immuni a qualsiasi sanzione.

Le tecniche truffaldine sono comunque più o meno le stesse.

Di solito si viene invogliati a investire solo per provare, ingolositi soprattutto dai “bonus” in denaro che la società sembra regalare.

Successivamente, senza grande sforzo, si inizia da subito a guadagnare e si pensa di aver trovato un modo rapido per “arrotondare” lo stipendio.

A questo punto non si riesce più a tornare indietro e non ci si rende conto della trappola in cui si è caduti.

Anzi, si fa il grande errore di investire somme sempre più importanti, anche spinti da sedicenti consulenti della società che sollecitano il raggiungimento di risultati ancora migliori.

Ma è in questo momento che si iniziano a manifestare le prime perdite che si cerca di recuperare con nuovi investimenti, ma di norma si perde tutto quello che si è investito.

In alcuni casi, in modo ancor più ingannevole, la società fa credere di continuare sempre a guadagnare ma, in realtà, il guadagno è solo virtuale perché quando si vuole disinvestire le somme non vengono mai restituite.


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