Purtroppo, è vero: ciò che si prospetta per gli italiani è un autunno davvero pesante: sono attesi, infatti, rincari dei prezzi per energia, bollette, scuola, pane e pasta.
Ad aumentare, inoltre, anche i costi per l’approvvigionamento di carbone e di gas: dunque, il primo salasso che accoglie gli italiani al rientro dalle ferie è quello per l’energia.
La causa va ricercata nel caldo eccessivo che ha attraversato l’Italia e l’Europa ad agosto soprattutto, determinando la crescita della domanda di energia per il funzionamento dei condizionatori a cui si aggiungono i problemi alle centrali nucleari per via appunto del gran caldo.
Ciò ha provocato un rallentamento a causa della mancanza di acqua negli impianti di raffreddamento dei reattori.
A fronte di un blocco temporaneo per le centrali nucleari per produrre energia si è dovuto ricorrere alle centrali a carbone e a gas che costano di più, fattore che accompagna l’aumento dei prezzi della materia prima, arrivata nell’ultimo periodo a rincari mai visti.
Dai prezzi all’ingrosso dunque sarà facile notare un rialzo anche per le bollette di luce e gas.
In più, l’estate sta finendo e mentre gli studenti si accingono a tornare presto sui banchi di scuola, i genitori devono far fronte ad una nuova spada di damocle che supera, a volte, anche mille euro, per pagare zaini, astucci, diari e libri.
La spesa media si aggira sui 526 euro e rispetto allo scorso anno si parla di un aumento dello 0,8%.
Gli oggetti scolastici più cari sono gli astucci ma anche per diari e libri di testo la spesa è ingente.
Il costo per il corredo scolastico tra penne, diari, quaderni, zaini, astucci etc è cresciuto del 2% rispetto al 2017, percentuale che sale al 4% nel caso di materiale griffato.
Basti pensare che il prezzo di uno zaino di marca raggiunge i 120 euro, mentre per un astuccio griffato attrezzato con penna, matita, gomma da cancellare e pennarelli la spesa arriva quest’anno a 40 euro.
La spesa complessiva può raggiungere anche 1.100 euro, una spesa che si può facilmente abbattere acquistando prodotti non di marca o nei supermercati, arrivando così a risparmiare anche il 40%.
Un ulteriore stangata riguarda anche i prodotti alimentari in particolare pane, pasta, grissini, biscotti e simili.
La causa va ricercata nel rincaro del grano.
Una famiglia media spende in Italia 76 euro al mese per il pane e i cereali e il giro d’affari legato al solo pane raggiunge gli 8 miliardi annui.
Gli italiani consumano in media 24 chili pro-capite di pasta e 60 chili di pane, focacce e pizze.
Un rialzo al dettaglio del 5% determinerà una maggiore spesa di 45,60 euro annui a famiglia.
Si tratta di una stangata da 2,7 miliardi di euro, considerando tutti i prodotti legati al grano commercializzati nel nostro Paese.
Insomma si prospetta un autunno di fuoco per il Belpaese, ma, di certo, non a causa dell’aumento delle temperature.
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