Annapaola Ferri

Il suo avvocato ha perfettamente ragione, dal momento che lei avrebbe dovuto muoversi dopo la corretta notifica dell’avviso di accertamento (immediatamente esecutivo ed equivalente ad una cartella esattoriale) e su questo aspetto il giudice dell’esecuzione adito potrebbe avere da ridire. Il cittadino che, anche a fronte di un atto evidentemente privo dei presupposti, rinuncia a tutelarsi, conclude acquiescenza rispetto al provvedimento di cui è destinatario e poi ne paga le conseguenze.

Meritevole, seppure colposamente in ritardo, è da registrare il rinnovato interessamento del commercialista, anche se nella fattispecie non si può argomentare con un “meglio tardi che mai”.

Ove mai anche questo ennesimo tentativo non andasse a buon fine (e temo che sarà così: figuriamoci se un dirigente INPS si assume, adesso, la responsabilità di annullare un pignoramento con il rischio di esserne chiamato a rispondere dalla Corte dei Conti) non le resterà altro da fare che tentare un ricorso al pignoramento.

C’è sempre un rischio di un rigetto, ovvio: ma è anche vero che qualche professionista, anche per proprio interesse, tenta di non assumere contenziosi che costano fatica e sono poco redditizi.


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