Giovanni Napoletano

Eggià, stesso prezzo ma meno prodotto: parliamo della shrinkflation, una trappola per consumatori, che permette alle società di mascherare un rincaro, diminuendo semplicemente il volume del bene venduto.

Il termine shrinkflation fa riferimento a due fenomeni nati dopo la Brexit e il tonfo della sterlina: in poche parole molte aziende, per non perdere guadagni, hanno lasciato il prezzo dei prodotti identico cambiando però la confezione.

Così mentre un tempo una bottiglia d’acqua conteneva 150 cl di prodotto oggi ne contiene 120 cl.

E sembrano essere tantissimi i prodotti famosi che hanno avviato questa pratica.

Il fenomeno, purtroppo però, non è solo British.

Anche nel Belpaese, infatti, è già noto all’Istat: si tratta, in ogni caso, di una pratica che può causare effetti di sottostima dell’inflazione.

Già in passato non sono passati inosservate alcune pratiche di aziende che hanno ridotto la quantità pur mantenendo costante il prezzo.

Addirittura, in certi casi, il prezzo era anche aumentato.

Tra i tanti esempi quelli dei fazzoletti di carta, che da 10 sono diventati 9, il tubetto del dentifricio che da 100 ml è diventato 75 ml e via dicendo.

Ma come è possibile difendersi in questi casi?

Non c’è un vero modo per difendersi in quanto non è sempre facile raffrontare due diverse confezioni se quella precedente non è più disponibile.

L’unico modo per evitare questo trucchetto è quello di acquistare lo stesso prodotto di un’altra marca in cui quantità e prezzo sono equilibrate.


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