Simone di Saintjust

Di solito non ci posizioniamo politicamente nelle risposte ai quesiti: la nostra platea di lettori, presumiamo, ha orientamenti elettorali diversi. Non vorremmo urtare la loro sensibilità ed anche lo staff, a dire il vero, viene da esperienze di vita e militanze sociali molto variegate.

Tuttavia, pur non volendo abbandonarci alla facile retorica, in questa occasione non possiamo esimerci dallo svolgere puntuali, anche se brevi, considerazioni politiche. E’ vero, per lei italiano emigrato, nullatenente, esule sfortunato che vorrebbe ritornare in patria non è previsto alcun aiuto, dal momento che lei non è un immigrato clandestino in visita turistica nel nostro paese, nè un sedicente rifugiato di dubbia provenienza.

Questa è l’Italia che ci ha lasciato una sinistra al governo per troppo tempo, falsamente buonista, subdolamente ipocrita, radical chic ed oligarchica, clientelare ed elitaria, attenta (anche per interesse) alle esigenze degli immigrati africani e dei transgenders, supina alle direttive provenienti da Bruxelles e da Francoforte, ma che odia gli italiani, trascinati dall’Europa, dai suoi burocrati non eletti e dal giogo dell’euro (l’Europa pangermanica voluta dai vari Prodi, Amato e altri sinistri compagni di merende) nel baratro della povertà.

Per lei non ci sarà nulla, tranne forse un pasto caldo ed un giaciglio sul quale trascorrere la notte che otterrà se riuscirà a fare la fila in qualche sede della Caritas (Le ONG non si interessano degli italiani). Ci spiace, ma il suo è il destino che molti di noi condivideranno, se non spazzeremo via il pattume parassitario dal suolo della nostra patria.


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