Giuseppe Pennuto

In via di Portonaccio, direzione Tiburtina, il 20 Aprile 2016, è stata riaperta, senza alcun preavviso, la corsia preferenziale per bus e taxy, sospesa per anni.

Chi abita a Roma sa che la mole di traffico in quel tratto è altissima, e forse lo sapeva benissimo anche l’amministrazione.

Oltre al mancato preavviso, dal 2 maggio 2016 è stata installata una telecamera, la quale è segnalata con un microcartello, quasi impossibile da vedere dalla strada e facilmente copribile dal passaggio degli enormi bus.

Così, il transito dei veicoli, da quel dì, è stato multato come previsto dal codice della strada: 80 euro per passaggio su corsia preferenziale.

C’era chi quella strada la faceva tutti i giorni: prima di accorgersi del danno aveva già ricevuto a casa una decina di multe.

Dopo lo stupore iniziale sono arrivati, a valanga, migliaia di ricorsi: motivati appunto, dal mancato preavviso di riapertura e dalla segnaletica a dir poco sospetta.

Niente, giudici di pace e prefetto hanno annullato in massa tutti i reclami sopraggiunti.

Sembra che il comune di Roma abbia furbescamente messo in atto questa strategia: non intende riconoscere ufficialmente l’illegalità di quanto fatto, sapendo benissimo di avere torto.

Come si può pretendere di essere nel giusto quando si disattiva per anni una corsia preferenziale lasciando in essere tutti gli avvisi e poi multare chi ha la sventura di passare?

Se un’amministrazione non si occupa di centinaia di migliaia di cittadini che denunciano tutti la stessa anomalia, lo stesso errore, le stesse mancanze, di cosa dovrebbe occuparsi?

Intanto, per la sottoscrizione di una sorta di class action, è nata anche una pagina facebook: Uniamoci contro le multe a Portonaccio, che raccoglie i tanti caduti vittima della preferenziale riaperta.

Diciottomila gli iscritti e molti altri in arrivo.

I creatori del gruppo promettono una manifestazione sotto la prefettura di Roma.

Vedremo come andrà a finire.

Intanto, vi proponiamo questo video:


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