Loredana Pavolini

Le finanziarie non sono, purtroppo, tenute a consolidare l’esposizione debitoria del proprio cliente e/o a giustificare il diniego al consolidamento: lei non riferisce l’importo mensile destinato a servire il debito della carta DUCATO, nè la retribuzione, al netto degli oneri fiscali e contributivi, e al lordo del prestito della cessione del quinto nonché del prestito delega, che percepisce mensilmente.

Andrebbe fatto un confronto fra il 20% della retribuzione mensile percepita, calcolato come sopra indicato, e la somma di quanto impegnato per le due carte.

Se la prima fosse molto minore della seconda, potrebbe optare per un consolidamento del debito fai da te: interrompere i versamenti destinati alle due revolving (per la cessione del quinto ed il prestito delega nulla si può fare dal momento che le rate vengono prelevate alla fonte) ed attendere un eventuale pignoramento dello stipendio (peraltro, non è detto che l’azione esecutiva venga attuata dai creditori, spesso preferiscono cedere il credito).

Certo, il debito andrebbe ad essere gravato dalle spese legali, di procedura e dagli interessi legali e non potrebbe più utilizzare i due strumenti di pagamento revolving (quest’ultimo, forse, rappresenterebbe un vantaggio).

Ma potrebbe saldare il dovuto con comode rate mensili pari al 20% della retribuzione percepita, se tale modalità risultasse più sostenibile della rata complessiva attualmente impegnata per far fronte al debito generato dall’utilizzo delle due carte di credito revolving.


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