Gennaro Andele

In linea generale, la legge prevede la generale pignorabilità di tutti i crediti che il debitore vanta nei confronti di terzi, compresi i depositi di denaro in qualsiasi forma detenuti presso istituti di credito (banche e uffici postali), per i quali non sia prevista espressamente l’impignorabilità.

Dunque, qualora il creditore (Ader o qualsiasi altro soggetto privato) si azioni per il pignoramento del conto corrente, notificato alla banca del debitore, potrebbe ben aggredire anche una carta di credito prepagata.

Ciò vale anche se la carta di credito non è collegata ad alcun conto corrente d’appoggio e sia che si tratti di carta prepagata ordinaria monouso.

Non è dunque una buona idea, per sfuggire ai propri creditori, caricare tutta la propria carta di credito prepagata con i propri redditi.

Spostare le proprie somme sulla carta ha l’unica finalità di ritardare la tracciabilità del denaro, ma non di nasconderlo per semptr.

Infatti, tenga conto che l’ufficiale giudiziario può accedere all’anagrafe tributaria, dalla quale risultano tutte le disponibilità riconducibili ad uno specifico codice fiscale.

Ma, basterebbe anche un semplice impiegato della sua attuale banca, poco attento ed incurante della privacy, a riferire del collegamento fra il suo conto corrente e quello collegato alla carta prepagata.

La soluzione migliore, nella situazione da lei descritta, dunque, è quella di far aprire un conto corrente a persona di fiducia, riservando a lei la delega ad operare e disporre.


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