Costituisce un elemento di sospetto il ricorso frequente o ingiustificato a operazioni in contante, e, in particolare, il prelievo o il versamento in contante di importo pari o superiore a 15 mila euro (articolo 41 dlgs 231/2007).
Un versamento di 30 mila euro cash in conto corrente, verrà pertanto segnalato dalla banca (o dall’ufficio postale) all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria) istituita presso Banca d’Italia, che, a sua volta, trasmetterà le informazioni acquisite alla DIA (Direzione Inestigativa Antimafia) e al Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza che svolgeranno gli approfondimenti investigativi anche avvalendosi dei dati contenuti nell’anagrafe tributaria.
Va inoltre ricordato che i flussi informativi inerenti gli accrediti in conto corrente, bancario o postale, vengono (tutti) periodicamente inviati all’Agenzia delle entrate che li elabora per individuare eventuali profili di evasione o elusione fiscale, anche aggregando dati riferiti al trasferimento artificiosamente frazionato di importi inferiori, in finestre temporali più o meno ampie.
E’ evidente, da quanto sopra, che un versamento cash (anche se frazionato nel tempo) di 30 mila euro (prelevati dal classico materasso e portati in banca) comporta dei rischi: in particolare l’Agenzia delle entrate potrà presumere che si tratti di proventi sottratti a tassazione, pretendendo le imposte sul reddito presunto accertato e irrogando le conseguenti sanzioni per l’omessa dichiarazione.
Insomma, conviene spenderli pian piano dal pizzicagnolo sotto casa …
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